Sveglia alle 6, colazione e poi la Dad: così la super famiglia Martinis con 14 figli si organizza in lockdown. Il segreto? "Tanto amore"

POVOLETTO. Incontrare la famiglia Martinis, seppur virtualmente, in tempo di Covid, è la cosa più naturale del mondo, per la disponibilità e gentilezza con cui si viene accolti. Eppure, due sono state le condizioni necessarie: aspettare che lo smartphone sia libero, in quanto solitamente serve per la connessione del pc, che a sua volta serve per la Dad; e attendere il responso di quello che papà Massimiliano chiama “il Gran Consiglio”, perché le decisioni si prendono in coppia, ma con la partecipazione di tutti i 14 figli.

La famiglia Martinis di Povoletto ha accolto l’invito a raccontarsi. Si potrebbe pensare che abbiano bisogno di farci arrivare le loro difficoltà e necessità, e invece, alla fine, ci ritroviamo a capire che siamo noi ad avere terribilmente e scandalosamente bisogno di ascoltare la loro storia.



Partiamo dai numeri. Mara Benedetti aveva 17 anni quando ha sposato Massimiliano, 22 anni fa. Oggi ne hanno rispettivamente 39 e 46. Grazie a loro, sono al mondo 14 vite dai nomi bellissimi. Michael ha 21 anni, meccanico in cerca di lavoro, Jessica ne ha 19, cameriera, Nicole 16, Samantha 14, Marina 12, Paolo 11, Lorenzo 10, Massimo 8, Giada Teresa 7, Bruno 5, Franco 4. E poi ci sono gli ultimi: Giuseppe di 3 anni, Marianna di 20 mesi e la codina, Luigi, nato due mesi fa, il ventunesimo giorno dell’anno 21 del ventunesimo secolo.

È un microcosmo, un piccolo mondo che racchiude ogni fascia d’età, dall’infanzia alla giovinezza, ventaglio completo di tutte le tappe evolutive con le loro paure ed entusiasmi, amplificati dall’epidemia che ha mutato e paralizzato le relazioni, gli spazi di condivisione e la nozione di tempo, ma che ha anche caricato tutto o quasi sulle spalle delle famiglie.

La sveglia suona alle 6 a casa Martinis e la parola d’ordine, fin dal mattino, è “incastro”. Necessità, impegni e tempi devono intrecciarsi e funzionare. Ma i più piccoli non sono prevedibili e l’incastro può saltare già all’alba, costringendo tutti a “recuperare”. Mentre il latte si scalda (per un totale di 6 litri al giorno tra colazione e merenda) e la tavolata si anima, ci si prepara per il suono della campanella che, in zona rossa, scatta idealmente tra le pareti domestiche.

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L’appello è per 7 Martinis: due ragazze che frequentano il Civiform, una nell’indirizzo pasticceria, l’altra nella ristorazione, due che frequentano le medie e tre che vanno alle elementari. Ma in casa ci sono anche cinque piccolini, tra questi due che non possono ora andare all’asilo, e il grande che non lavora, la nonna invalida da accudire e Gianna che scodinzola in mezzo a tanta vita!

Papà Massimiliano dice che la casa, durante la Dad, diventa “off limits”. Mamma Mara spiega: «Non si può parlare, non si può passare dietro o davanti la telecamera». Eppure, lei corre a ogni “mamma non funziona”, “non si connette”, “non trovo la matita”, “non c’è più l’audio”, “mammaaa”. E Mara va dall’uno all’altro, invisibile ma presente come il papà, artigiano bloccato a casa per l’emergenza Covid che sembra non finire mai.

Impossibile seguire la Dad senza pc o tablet. Le due grandi sono state rifornite dalla scuola, ma gli altri si trovano in cinque con due dispositivi.

Le telecamere devono stare sempre accese durante le lezioni. Questa regola si traduce in giga. Mamma e papà sanno trasformare le ore di lezione in Gb e si sentono sollevati da quando hanno ottenuto un contratto illimitato fino a maggio. Un chilo e mezzo di pasta bolle. C’è un’ora di tempo prima che la Dad ricominci fino alle 16.20. La vivacità e la stanchezza aumentano. «Fortunatamente per i compiti arrivano per un paio d’ore due educatori e la casa è grande – dicono i genitori – e anche il cortile e anche la tavola, attorno alla quale si cena tutti assieme».

Il papà dice che l’Italia non è fatta per famiglie numerose, a differenza di altri paesi, e che i buoni spesa tardano ad arrivare da quando sono gestiti diversamente e necessitano di moduli e tempi burocratici lunghissimi. Eppure, è loro premura voler ringraziare chi finora in qualche modo li ha aiutati: Giuliano Castenetto, sindaco di Povoletto, il Gruppo Volontari Pitotti, Lucia e Paolo Grisan, referenti per Udine dell’Associazione Famiglie Numerose, il Civiform e le insegnanti di elementari e medie di Povoletto, in particolare Elisa Lugatti e Giulia Masarotti, di sostegno.

Parlare coi Martinis significa scoprire che hanno fede e sono felici con poco. Significa scoprire che insegnano ai figli ad avere abiti puliti e non necessariamente firmati, a rispettare sempre gli insegnanti, ad avere il massimo in condotta, ad aiutarsi tra fratelli, a non alzare le mani, perché nessuno le ha mai alzate su loro. Significa scoprire che i ragazzi, nel fare richieste ai genitori, aggiungono sempre “quando si può”. Significa scoprire che si può finire sotto i riflettori anche perché numerosi. Significa scoprire l’essenziale in 14 sorrisi.


 

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