Stroili, Illy e Cimolai: ecco le aziende sicure dove trovare lavoro

Tra il 2008 e il 2017 hanno assunto più di tutti gli altri. Create 1.837 nuove posizioni, anche se molte fuori dal Friuli

UDINE. Volgere lo sguardo agli ultimi dieci anni significa imbattersi in un’economia provata dalla crisi internazionale e in aziende costrette a tagliare personale per far quadrare i conti e resistere all’onda anomala di un periodo di recessione a tempo indeterminato. È stato così per tante il periodo 2008-2017.

Cerca personale, ma non lo trova: «Fare gli operai non piace»
Erica D’Andrea, contitolare della Omeg lavorazioni meccaniche

Tante, fortunatamente non tutte. Ci sono state infatti anche realtà che della crisi non hanno avuto paura. Che nonostante la contingenza sono riuscite a macinare ricavi e aumentare i posti di lavoro. Anche, soprattutto a Nordest, come raccontato su “Affari&Finanza” dal giornalista de “la Repubblica” Luca Piana.

In Fvg un migliaio i posti di lavoro a rischio: è il conto delle nuove crisi aziendali
Manifatturiero_innovazione

Dal 2008 a oggi, 70 aziende (di medio-grande dimensione, da 500 a 3.000 dipendenti) lungo lo Stivale hanno aumentato il personale, con incrementi dal 30 per cento in su.

Top 500, le aziende del Fvg al galoppo in un Paese che continua ad arrancare

Da Bauli a Fedrigoni, da Flos al pastificio Rana, da Piquadro a Forst. Imprese attive nei più svariati settori, dalla moda alla pelletteria, passando per l’agroalimentare, fino ad arrivare naturalmente a sua maestà la metalmeccanica, insostituibile traino delle esportazioni.

In Friuli Venezia Giulia queste campionesse dell’occupazione si chiamano Illy Caffè, Cimolai Holding e Stroili Oro. Tre realtà che dal 2008 in avanti non hanno chinato il capo innanzi alla crisi, ma sono invece cresciute senza soluzione di continuità.

Basta scorrere i rapporti 2018 e 2009 (riferiti rispettivamente ai conti 2017 e 2008) de “Le principali società italiane”, pubblicazione firmata Mediobanca che analizza – dal 1966 – i bilanci delle aziende con fatturato oltre i 50 milioni di euro, per verificare che i tre gruppi Fvg hanno aumentato l’occupazione in modo vertiginoso, da un “minimo” del 43,04% (+643 dipendenti) di Stroili a un massimo del 131,11% (+687) di Cimolai passando per il 64,75% di Illy Caffè (+507).

Sommati, gli incrementi valgono 1.837 posti di lavoro in più nell’arco dell’ultimo decennio, un dato, considerato il periodo, da capogiro che va però spalmato a livello nazionale e internazionale, solo una minima parte dei dipendenti di questi gruppi lavora infatti in regione.

Illy Caffè

Con ricavi a 467 milioni nel 2017, +4,2 per cento sull’anno precedente e +66,72 per cento sul 2008, la torrefazione triestina non ha pagato dazio alla recessione grazie a una strategia fatta di investimenti e innovazione.

Politiche di filiera e sostenibilità si sono affiancate nel caso di Illy Caffè a proposte “on the go”, a brevetti internazionali che portano la bontà del caffè espresso dentro casa e ancora a consistenti investimenti in marketing e in vendite on-line (sulla scorta dell’accordo stretto con Amazon).

Così Illy continua la sua scalata. Nel 2017 Illy ha messo a segno utili per 15,4 milioni di euro, 68 milioni di margine operativo lordo (un record), 1.290 dipendenti. Una corsa destinata a continuare grazie a un piano quinquennale che punta al raddoppio del fatturato entro il 2022.

Cimolai holding

Gli ultimi 10 anni sono stati per Cimolai quelli dell’internazionalizzazione. Sempre più spinta. Dal 2011 in avanti il gruppo pordenonese ha proceduto a diverse acquisizioni e nuove aperture.

Nel 2014 è stata costituita Jvk-Cimolai, società con sede a Chelyabinsk (Federazione Russa), nel 2015 se ne sono aggiunte altre tre – C&S Walls Srl (specializzata nelle facciate continue), Cimolai Energy srl (componenti per il settore Oil&Gas) e ancora Cimolai Heavy Lift Srl (movimentazione e montaggio di grandi strutture) e altrettante nel 2017.

In parallelo alla crescita delle società sono lievitati i ricavi e i dipendenti in forze al gruppo dell’acciaio friulano, autore, tra le altre, di opere quali le paratoie del nuovo Canale di Panama e la copertura dei parchi minerali dell’Ilva di Taranto. Da 223,3 milioni di euro nel 2008 il fatturato del gruppo ha chiuso il 2017 a 424,4 milioni portando i dipendenti a 1.211 (dai 524 di dieci anni prima).

Stroili Oro

Anche il gruppo Stroili, nato ad Amaro, nel paese che rappresenta la porta della montagna friulana, è stato protagonista di anni ruggenti.

Negli ultimi 10 (poco più) ha creato 1.000 nuovi posti di lavoro e ha portato il suo giro d’affari fino a 262 milioni di euro nel 2016, anno d’oro per Stroili: non a caso è stato anche quello in cui il gruppo carnico è passato nelle mani del francese Tom Europe, holding di Histoire d’Or cui ha portato in dote 400 punti vendita a gestione diretta e un giro d’affari da oltre 260 milioni di euro (ridimensionato l’anno passato a 170 circa).

Con il gruppo sono cresciuti anche i dipendenti, da 1.494 del 2008 a 2.137 del 2017. Tanti, ormai quasi tutti però lontani dalla Carnia: l’anno passato gli addetti sono stati ridotti per effetto dello spostamento dell’ufficio marketing da Amaro a Milano.


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto