«Spese non necessarie ora che la gente è in difficoltà»

«Spese non necessarie in Duomo, in un periodo in cui la gente muore di fame».
Non ha dubbi lo storico Giordano Brunettin, studioso e cattolico integralista. Non gradisce il conto salato, per la parrocchia del centro, e i progetti futuri sull’altare di San Marco. «E’ grave impegnare la comunità con pesanti oneri per un cantiere del duomo aperto da anni – ha continuato il ricercatore Brunettin –. La crisi riduce all’osso le risorse di tante famiglie e parliamo di interventi sul patrimonio ecclesiastico? Si vuole, forse, manomettere il patrimonio artistico, storico, religioso? Non ne sentiamo la necessità».
Brunettin non condivide l’idea di restyling del presbiterio. «Il coro ligneo, le statue e il Callido sono frutto di un acquisto costato sacrifici alla comunità, nei primi decenni dell’Ottocento – ha ricordato Brunettin –. L’assetto attuale del presbiterio è frutto di un impegno notevole della chiesa e della popolazione di Pordenone. L’idea di cambiare l’assetto della chiesa è da rigettare, come hanno fatto i Beni culturali a suo tempo. Manomettere l’altare per creare una mensa episcopale significa distruggere un patrimonio artistico collettivo. Vogliamo questo a Pordenone?». Il plastico per l’altare maggiore è finito nelle opere in “stand by”. Le statue degli angeli sull’altare sono del Torretti, acquistate dall’ex convento San Domenico, come l’organo del Callido.
L’idea di intervenire sul presbiterio provoca reazioni a singhiozzo da cinque anni. L’altare maggiore ostacola la visione della pala del Pordenone e riduce gli spazi della mensa vescovile? I costi preventivati per la sistemazione sono stati stimati in 800 mila euro. «Sarà d’accordo – si chiede Brunettin – la Sovrintendenza alle belle arti?». (c.b.)
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