“Small House”, la casa a misura di disabilità

L’idea di una famiglia realizzata da un gruppo di professionisti «Un’abitazione che abbassa i rischi di chi non è autonomo»
Sara Palluello



Un innovativo sistema abitativo pensato per le persone autistiche e con disabilità cognitive di vari gradi. Un nuovo modo di affrontare la quotidianità nella propria casa che diventa luogo protetto in cui imparare, crescere e socializzare. Si tratta di “Small House”, progetto presentato in anteprima nazionale durante il festival dello Sviluppo sostenibile 2021 e risposta concreta a supporto delle famiglie nella vita di tutti i giorni. La parola chiave è “Small” acronimo di semplicità, modularità, accessibilità, linearità e libertà ed è il primo sistema abitativo concepito per essere cognitivamente accessibile. L’idea nasce alla famiglia Franz e dalla storia del piccolo Joseph (bimbo autistico di sette anni) grazie alla collaborazione di un team di professionisti del settore: Francesca Rizzani dello studio di ingegneria e architettura Rizzani Conti e associati, Pietro Tonchia e Paola Fattori dello studio legale Legalnext, Ēkita servizi integrati per la sostenibilità e lo studio Troiani commercialisti.

«Le disabilità cognitive rappresentano una grande difficoltà per le famiglie che non trovano supporto in strutture pubbliche e private perché non esistono percorsi dedicati e servizi commisurati – afferma Mara, mamma di Joseph –. Chi ne è affetto trascorre la maggior parte del tempo in casa ma non esistono sistemi abitativi pensati per loro. La normativa riconosce e aiuta solo gli interventi legati all’abbattimento delle barriere architettoniche per disabilità fisiche».

Mara spiega che le famiglie come la loro hanno a che fare con eterni bambini, incuranti delle insidie dell’ambiente in cui vivono, e sono sempre in allerta per evitare cadute, traumi, scottature e scivolamenti. «La nostra quotidianità è fatta di continui insegnamenti: vestirsi, mangiare, usare i servizi – afferma –. Small House facilita, semplifica e protegge, abbassando i fattori di rischio e di stress, introducendo supporti a favore del disabile in modo che possa acquisire e mantenere autonomia e abilità».

Il progetto si basa sulla creazione di uno standard di costruzione che tiene conto delle esigenze dei soggetti, sia dal punto di vista progettuale che dell’arredamento, con supporti che stimolano l’interazione e la comunicazione. Gli spazi sono studiati per essere sicuri come ad esempio pavimenti anti-urto, assenza di spigoli, finestre e divani dai quali non si possa cadere. Previsti anche una stanza sensoriale (per le terapie) e un giardino sensoriale (per socializzare) accessibili al pubblico. Un anno fa, Valter Franz era salito in sella alla bici percorrendo l’Italia: 21 tappe e 3.500 chilometri per raccontare la malattia e raccogliere fondi per sostenere le spese di cura del figlio. “Small House” è un progetto pilota in cerca di aziende e finanziatori. —

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