S’impicca in scena: attore in fin di vita

UDINE.La finzione diventa realtà e l’attore che mette in scena l’impiccagione rischia di morire per quella corda che si passa al collo, mentre recita all’esterno del teatro Lux di Pisa, durante uno spettacolo privato, a cui prendono parte una decina di spettatori o forse meno.
Solo l’intervento di una spettatrice neolaureata in medicina evita che la fine dell’impiccato diventi realtà. È lei la prima a rendersi conto che sotto quella maschera indossata dall’attore, appeso vicino a un albero c’è un uomo svenuto.
La tragedia a quel punto è già sulla scena, del Lux, in piazza Santa Caterina. Raphael Schumacher, 27 anni, originario della provincia di Varese e residente a Brunate, diplomatosi in ottobre all’Accademia d’arte drammatica “Nico Pepe” è in coma.
A nulla servono i primi tentativi di rianimarlo. Quella corda che doveva restare allentata lo ha quasi ucciso. I testimoni raccontano di un corpo che trema appeso alla corda, come l’ultimo fotogramma dello spettacolo. E forse anche della vita dell’attore non professionista, pieno di speranze.
Aveva risposto su internet all’invito dell’associazione The Thing che fa del piccolo teatro nel cuore di Pisa una sorta di officina culturale per spettacoli sperimentali. Arrivato a Pisa, una settimana fa, ansioso di partecipare alla perfomance, era ospite a casa di amici di Como che frequentano l’università a Pisa. Gli stessi che ora, insieme ai familiari, si interrogano sulle cause della tragedia. Raphael aveva già provato più volte quella scena. Eppure l’altra notte è stato tutto diverso.
Prima cena, una performance collettiva - intitolata “Miraggi” - e poi l’inizio di sei “quadri” frontali, recitati, in spazi diversi del teatro e destinati ad uno spettatore alla volta. Rappresentazioni simultanee senza alcun canovaccio, lasciate alla libera espressione degli interpreti e il giovane ferito aveva scelto di rappresentare il suicidio. La prima spettatrice lo vede preparare la scena, stando a quanto riferito dai testimoni, la seconda lo trova agonizzante e cerca di salvarlo.
«Ho capito che era svenuto, ho guardato più volte e mi sono resa conto che non era una semplice messa in scena», ha detto la dottoressa ai soccorritori del 118. Ma non ci sono testimoni del momento in cui il giovane si passa la corda al collo.
Sul dramma indaga la squadra mobile di Pisa, coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Dominjanni. Per tutta la giornata in questura sono stati sentiti gli amici del giovane, gli attori e gli spettatori presenti al Lux. In un primo momento si pensa ad un tentativo di suicidio: testimonianze raccontano della recente morte del padre e del fatto che l’attore si era lasciato da una ragazza.
Ma nel pomeriggio, dopo un sopralluogo sulla scena del’impiccagione, si fa strada l’ipotesi del tragico incidente sulla scena. La polizia sta lavorando sulla possibilità che l’allestimento non rispettasse tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente sul rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il teatro è sotto sequestro. Il pubblico ministero alla fine del sopralluogo ha detto che «le ipotesi sono ancora tutte aperte e non vi sono elementi per propendere per l'una o l’altra». «Era uno spettacolo privato – dice Gabriele De Luca, direttore artistico del Lux - tant’è che non si pagava il biglietto, la porta era chiusa così come il bar. Difficile dire cosa possa essere successo».
Sono sotto choc i responsabili dell’associazione The Thing, che ha in gestione il teatro ricavato nel complesso della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, accanto al seminario arcivescovile.
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