Il suo maestro sotto choc: "Ragazzo pieno di talento"

UDINE. La notizia all’Accademia Nico Pepe è arrivata poco dopo le 13. Un fulmine a ciel sereno.
I ragazzi del terzo anno, che conoscevano bene Raphael Schumacher, hanno preferito non continuare con le prove di uno spettacolo.
C’è chi è scoppiato a piangere, chi ha preferito prendere il primo treno per Pisa, per stare vicino ai familiari del ragazzo. Nonostante Raphael si fosse diplomato qualche mese fa aveva comunque mantenuto contatti con gli studenti più giovani.
L’Accademia Nico Pepe non è solo una scuola. È una comunità in cui si vive e si condivide la professione di attore dalle 10 del mattino, quando iniziano le lezioni, alle 20.
Claudio De Maglio, il direttore dell’Accademia, è il maestro di tutti questi ragazzi. È sotto choc. Trova comunque le parole per ricordare Rapahel.
Vuole usare il presente, perché non vuole arrendersi all’idea che «quel ragazzo dall’aria così timorosa, ma pieno di talento e da una carriera davanti luminosa», non ce la possa fare di fronte all’ultima battaglia.
«Raphael è dotato di una grandissima sensibilità – dice – e questo lo rende una persona speciale e dalle numerosi doti dal punto di vista artistico».
De Maglio (nella foto) aveva instaurato con Raphael un rapporto d’amicizia che andava al di là del semplice rapporto tra maestro e studente. «Mi ricordo ancora quando gli abbiamo chiesto di prolungare la sua permanenza a Udine di un anno. Non l’aveva presa inizialmente bene. Volevamo, invece, che rinforzasse di più la sua esperienza. Ed avevamo ragione. Al terzo anno era letteralmente esploso. Era uscita tutta la sua carica artistica».
Molto riservato, ma allo stesso tempo espressivo. Questo è Raphael, per chi lo conosce bene alla “Nico Pepe”.
«Guardava con molta curiosità – continua De Maglio – alla bellezza del teatro nordeuropeo, e probabilmente questa era la sua strada, favorito anche dal fatto che era nato da padre tedesco. Forse la sua intenzione era quella di andare a Berlino o a Vienna».
In lui non c’era mai la voglia di fare il protagonista delle scene. «La sua timidezza e fragilità – conclude De Maglio – lo portava allo stesso tempo a non pestare i piedi ai suoi colleghi. Non si metteva mai davanti agli altri. È raffinato e rispettoso e soprattutto corretto. Ho sempre apprezzato questo di lui. Rapahel si faceva volere bene. Alla Nico Pepe ha lasciato un ricordo indelebile».
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