Scuola, la scelta di una docente precaria: «Rinuncio al posto fisso, avanti i giovani»

PORDENONE. «Rinuncio alla nomina in ruolo». Marisa Corazza, docente supplente di Pasiano, ci ha pensato bene all’appello 2018-2019 nell’ex Provveditorato di Pordenone di 79 maestre inserite nelle graduatorie a tempo indeterminato Gae.
E poi ha scelto di restare precaria. A 59 anni si è fatta uno scrupolo di coscienza e ha avuto coraggio a dire le sue ragioni.
«Non me la sento di insegnare inglese ai bambini nelle primarie, non ho le competenze – ha spiegato Corazza a funzionari e sindacalisti –. La mia professionalità si è formata in questi anni di supplenze nelle secondarie di primo grado, sulle cattedre di lettere. Piuttosto, lascio il mio posto alle giovani maestre».
I funzionari dell’ufficio scolastico sono rimasti basiti, il giorno delle nomine pordenonesi e hanno consigliato una pausa di riflessione, prima di firmare nero su bianco il “gran rifiuto” sul contratto a tempo indeterminato.
L’assunzione in ruolo cambia la vita, si sa, e stabilizza il lavoro, dopo anni di sacrifici e nomine a scadenza da una scuola all’altra. Ma la coscienza della docente ha seguito testa e cuore.
«Aspetterò le nomine annuali dei supplenti in settembre per l’annata 2018-2019». Corazza lo ha detto ai sindacalisti: è in graduatoria nelle secondarie di primo grado.
Ci saranno altre opportunità, ma precarie. La docente ha un passato professionale vario: era imprenditrice e poi è diventata precaria a scuola, per difendere il diritto al lavoro. L’azienda creata con il marito è fallita qualche anno fa, come tante che sono state messe in ginocchio nel Friuli Occidentale dai venti di una lunga crisi.
A quel punto la laurea in lettere e anche il diploma di maestra sono diventati titoli-paracadute per creare un nuovo futuro professionale. «Mi piace insegnare – Corazza lo ha confermato agli amici sindacalisti – e si tratta di un lavoro che non si può improvvisare».
Con il rifiuto del posto di ruolo in cattedra, però, anche la pensione è diventata un miraggio per la docente che rischia di andare in quiescenza, magari tra qualche anno, con lo “status” di precaria nella graduatoria in terza fascia.
Corazza va avanti. Con tante altre maestre abilitate magistrali aveva presentato ricorso per essere inserita in prima fascia nelle graduatorie Gae: le cose sono filate liscio fino all’appello per il ruolo.
«Rimango docente supplente di lettere alle secondarie – ha chiuso la partita Corazza –. È il mio lavoro». È capitato a Pordenone e anche alle nomine a Lucca, dove una supplente di 66 anni ha rinunciato al posto fisso nella scuola statale.
Un’altra rinuncia per fare spazio ai giovani in cattedra, pardon, quasi giovani. L’età media degli assunti, infatti, è di 40-42 anni.
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