Scoperta a Borgnano una nuova grotta

Cormòns: le piogge hanno svelato la cavità carsica, scoperta dal gruppo Seppenhofer

NS. Una voragine profonda più di cinque metri. È quella creatasi dopo le intense piogge dello scorso novembre nella zona nord-est del colle di Borgnano, ultimo rilievo di natura carsica del territorio e quindi caratterizzato dalla presenza di doline e grotte. E proprio di questo si tratta, nel caso della depressione scoperta nei giorni scorsi dagli speleologi del Gruppo Seppenhofer durante una perlustrazione dell’area, dove si contano in tutto cinque profondità di questa natura: molto interessante, in questo senso, è proprio la dolina manifestatasi dopo le precipitazioni dello scorso autunno. Gli esperti sono riusciti a calarsi nell’anfratto per qualche metro, salvo poi dover desistere per la ristrettezza della cavità, che comunque proseguiva ancora almeno per un paio di metri. Nelle vicinanze sono state notate altre due depressioni, sebbene dalle dimensioni assai più ridotte: segno che l’acqua ha scavato e lavorato in un terreno dalle peculiarità carsiche.

Anche in questi casi non è stato possibile per gli speleologi visitare le cavità nella loro totalità, a causa della ristrettezza delle stesse da un certo punto in poi.

Non mancano, tuttavia, le leggende attorno a questi “buchi” nel terreno: si dice che all’interno di essi vennero rinchiusi anche dei guerrieri dell’unno Attila. Non sono state infine trovate tracce, a quanto si è potuto apprendere, di quella che venne ritenuta la grotta più nota di Borgnano: il cosiddetto Pozzetto, scoperto nel 1980 in seguito a un improvviso cedimento del terreno, con una grandezza che allora era di circa cinque metri (sia in lunghezza che in larghezza) e al cui interno venne scoperta la carcassa di un orso. Nel tempo, infatti, quella cavità si chiuse e ad oggi risulta esserci solo una piccola depressione. Il Gruppo Seppenhofer continuerà comunque a monitorare le cavità della frazione cormonese, così come proseguirà ad analizzare quelle perlustrate sempre nei giorni scorsi lungo diversi punti del letto del torrente Judrio.

La zona del Cormonese, insomma, continua a regalare diversi motivi di interesse per gli appassionati di speleologia. (m.f.)

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