Cori, musica e fiumi di birra, l’armata degli Spurs tinge di bianco piazza I Maggio: «Udine, lovely city»

Tra i londinesi c’è anche chi era già stato in Friuli in occasione della gara di Europa League del 2008/2009

Mattia Pertoldi

 

Grandi e piccini. Nobilità di Sua Maestà e classe operaia. Uomini e donne di ogni età. Se il tifo inglese ha un pregio – al di là dei difetti che spesso porta con sé – è quello di saper unire ogni strato sociale in nome di un’unica fede, quella della propria squadra del cuore. Non è certo una novità per chi ha esperienza di trasferte europee, ma considerando come a Udine queste manchino da oltre un decennio, per molti è stata una bella sorpresa.

Rispetto alle previsioni non c’è stata una vera invasione di supporters del Tottenham, ma se pensiamo che i biglietti venduti agli Spurs sono duemila in meno rispetto a quelli del Paris Saint Germain, non c’è dubbio che la sfida del tifo in centro l’abbia vinta il club del nord di Londra. Quanto a Udine, il giudizio è stato unanime: «lovely city», una città incantevole.

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La mattinata a Udine

Il mercoledì della finale si apre simile alla giornata precedente. Alle 10.30, il termometro di via Poscolle segna 31 gradi, eppure la fila in piazza Libertà per fotografarsi con le tre coppe è lunga decine di metri. Quasi soltanto maglie del Tottenham e poche shirts d’Oltralpe. Come quella di Mike, numero 70 sulla schiena – i suoi anni – e scritta “Lion”. È a Udine con il nipote di 18 anni, al battesimo in trasferta europea. Poco più in là un gruppo di cinque ragazzi – Alex, Glann, Nick, Peter e Garylondinesi doc, abbonati storici degli Spurs e con birra in mano. Seduti in un bar dietro via Zanon, Phil e Alex: «Seguiamo il Tottenham in tutte le trasferte, siamo stati anche a Hong Kong e c’eravamo l’ultima volta a Udine», ricordano, citando l’Europa League 2008/2009 vinta dall’Udinese 2-0 con reti di Totò Di Natale e Simone Pepe.

Il Fan meeting point ufficiale è in piazza I Maggio: al mattino lento a riempirsi, ma verso il pomeriggio e nelle ultime due ore di apertura accoglie centinaia di persone, tra cui un gruppo di ragazze e un tifoso qatariota (scambiato per saudita) in mezzo a sostenitori londinesi. Non è l’unico tifoso internazionale: a Giardin Grande spuntano canadesi, indiani e singaporiani. Nel pomeriggio la piazza si riempie, la band inglese alterna musica e cori degli Spurs, tra maglie storiche di David Ginola e Jurgen Klinsmann e quelle più recenti. Presenti anche i genitori di Guglielmo Vicario, quasi cittadino onorario dell’Hotspur Stadium. Tra cori, canti e birra, ci si avvia al Friuli: chi a torso nudo, chi alticcio, chi appena arrivato. Ma tutti con la voglia di cantare, da veri tifosi inglesi.

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