San Vito, concessa l’estrazione di ghiaia dal Tagliamento San Vito, il Comune era contrario ma la Regione ha dato l’ok Il sindaco: «Carbona e isola di Carbona le aree interessate»

SAN VITO. La giunta regionale ha dato via libera dal punto di vista ambientale, seppur tra diverse prescrizioni, al progetto presentato dal Consorzio estrattori inerti sul Tagliamento (Ceist), riguardante l’estrazione di materiale litoide del fiume all’altezza dei Comuni di San Vito (Carbona e isola di Carbona) e Camino al Tagliamento (Bugnins, Bugnins vecchio e Straccis).
La giunta del sindaco Antonio Di Bisceglie, per due volte, aveva invece espresso parere negativo, avendo considerato elevata la quota di prelievo di inerti (circa 300 mila metri cubi in venti mesi, in un’area lunga 4 chilometri e larga dai 500 ai mille metri), col dubbio che potesse incrementare i fenomeni erosivi e la perdita di aree golenali e habitat. A San Vito si evidenziavano «perplessità e preoccupazione» anche su altri aspetti, ad esempio sul passaggio di mezzi pesanti. Il Comune di Camino aveva dato subito parere favorevole. Altri enti avevano richiesto integrazioni. San Vito diede di nuovo parere negativo, a esso si unì l’Ente tutela pesca, mentre la Provincia di Pordenone si unì ai favorevoli e altri chiesero prescrizioni. Pervenne anche la contrarietà del Wwf.
Alla fine la giunta Serracchiani ha deciso: il progetto del Ceist è compatibile con l’ambiente. La linea contraria sanvitese dunque non è passata, ma in Comune pare che il risultato non dispiaccia, stante il fatto che sono state indicate diverse prescrizioni. La Regione ha specificato che il volume di materiale movimentato non potrà superare i 296 mila metri cubi e che una parte, stimata in circa 53 mila metri cubi, dovrà essere destinata al necessario ripristino delle sponde in erosione sulla sinistra del fiume (dunque in provincia di Udine). La parte restante potrà essere utilizzata all’esterno, per gli scopi produttivi indicati nel progetto, secondo determinate procedure. Altre prescrizioni (in tutto sono 17) prevedono nei dettagli procedure o monitoraggi ambientali relativi a sponde, flora, fauna, ambienti acquatici, impatto acustico, emissioni inquinanti, flussi di mezzi in entrata ed uscita, organizzazione dei cantieri e via dicendo.
Alla contrarietà del Comune di San Vito e dell’Ente tutela pesca, la commissione Via ha opposto diverse motivazioni. Un passaggio significativo: «L’intervento in progetto, essendo stato valutato come “riqualificazione fluviale”, non dovrebbe determinare, per sua stessa natura, una modifica peggiorativa (in termini di perdita di naturalità) nelle dinamiche evolutive in corso. Al contrario, gli effetti di una riqualificazione fluviale dovrebbero condurre ad un recupero di naturalità e quindi a una maggiore e più variegata presenza di habitat acquatici».
Andrea Sartori
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