Referendum, in Fvg solo in cinque comuni ha vinto il sì

UDINE. É un “no” forte e chiaro quello che si è levato dal Friuli Venezia Giulia sul referendum costituzionale. Un “no” che ha respinto con determinazione la proposta di riscrittura della Carta così come pensata dal Ministro Boschi.
Appena il 39% di coloro che in regione si sono recati alle urne ha infatti barrato il sì contro il 60,97% dei no - un punto percentuale in più rispetto alla media nazionale, attestata a 59,95 -, in valore assoluto 267.379 cittadini si sono detti a favore della riscrittura a fronte di 417.732 contrari. La spinta impressa dalla presidente Debora Serracchiani, numero due del Partito democratico, non è bastata a garantire il risultato.
Non sono bastate le discese in piazza del sindaco di Udine, Furio Honsell, la venuta di rappresentanti del Governo, le decine e decine di incontri fatti ai quattro angoli del Friuli Venezia Giulia per spiegare le ragioni di una riforma che - questo il mantra del Pd - avrebbe snellito e ammodernato il Paese. Garantendo alle Speciali maggiori tutele e possibilità di esercizio dell’autonomia. Queste ragioni non sono bastate ma hanno spinto alle urne, come in molte altre regioni d’Italia, un numero importante di elettori, tanti quanti non se ne registrava da anni. L’affluenza schizzata alle stelle.
Anche in Fvg, spinta da un voto referendario cui si è accoppiato, in modo inestricabile, un giudizio sul governo. Tornando ai risultati, la bocciatura più imperativa è arrivata dal piccolo comune di Erto e Casso dove il no ha toccato la quota vertiginosa del 75,23%.
Sul fronte opposto il sì più convinto è stato quello di Sauris con il 61,21% dei voti a favore.A dir no con la maggiore veemenza diversi piccoli centri come Dolegna del Collio (73,64%), Cimolais (73,91%), Montenars (72,65%) e Castions di Strada (70,99%). Allargando l’obiettivo in provincia di Gorizia ha prevalso il no con il 60,53% contro il 39,47% del sì, nella destra Tagliamento per il no si sono espressi il 59,98% dei votanti contro il 40,02%, a Trieste il no ha raggiunto la percentuale più alta su base provinciale - 63,37% no contro 36,63% sì -, infine Udine, provincia dove il no si è attestato al 60,67% contro il 39,33%.
Nei capoluoghi è ancora Trieste a tenere più alto il vessillo dei contrari alla riforma, bocciata dal 63,51% dei votanti in città, seguita a ruota da Gorizia (61,79%), Pordenone (55,21%) e Udine (55,08%).
In attesa dei commenti ufficiali, che arriveranno con il passare delle ore mano a mano che il risultato sarà digerito e analizzato, le prime reazioni sono piovute sui social network.
Con particolare generosità dalla fazione che dal referendum è uscita vincitrice. “Grazie a tutte le persone che hanno combattuto! Vittoria della gente libera! Adesso avanti tutta con Lega Nord e Matteo Salvini” ha twittato il deputato del Carroccio, Massimiliano Fedriga. «Ragazzi - ha rilanciato la consigliera regionale di Ln, Barbara Zilli -: la disfatta di Renzi finalmente è arrivata. A casa…».
Un invito che il sindaco di Talmassons, Piero Mauro Zanin, ha rivolto invece alla presidente della Regione. «Dopo Trieste, Pordenone, Codroipo, Monfalcone e Ronchi - ha cinguettato - un’altra sconfitta bruciante.
"Il record delle affluenze alle urne testimonia che il Paese c'è - scrive in un Tweet Riccardo Riccardi - risponde e si difende. #havintolademocrazia, ha vinto il popolo italiano"
Soddisfatti anche gli esponenti Fvg del Movimento 5 Stelle. La consigliera pentastellata Eleonora Frattolin ha inaugurato così la giornata su Facebook: «Finalmente un lunedì decente», mentre il collega Cristian Sergo ha postato il risultato del referendum commentando: “Lo capirà? Dubito ma di sicuro saremo lì a ricordarglielo giorno e sera”.
Sul fronte democratico, il sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo, ha riconosciuto con serenità la sconfitta: “Vittoria del no, netta. Congratulazioni. Tanti al voto, bella notizia. Credevamo nella riforma, ma la maggior parte no. Ci sta”. “Grazie a Matteo Renzi per questi 1.000 giorni di governo. Alle larghe intese del no ora la responsabilità del domani”, ha cinguettato pungente l’eurodeputata Isabella De Monte.
Ancora niente dalla Presidente Fvg, Debora Serracchiani, il cui profilo Twitter, così attivo negli ultimi giorni, è fermo a ieri. Alla sua foto, sorridente, mentre si reca alle urne. “Oggi è un grande giorno di democrazia. Tutti gli italiani possono scegliere il futuro della nostra Costituzione. Buon voto a tutti”.
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