Pordenone: il nuovo Piano regolatore passa, i mal di pancia no

La maggioranza si compatta soltanto nel voto, piovono critiche

PORDENONE. Primo ostacolo superato. Il nuovo piano regolatore è stato adottato alle 21.30 – voto contrario del centrodestra, della consigliera del Ponte Francesca Cardin, di quella del misto Sonia D’Aniello (9 contrari su 34) e con l’astensione della lista Del Ben (2) – dal consiglio comunale. L’approvazione avverrà, secondo le previsioni, a dicembre.

Scricchiolii. Dalla maratona di due giorni la maggioranza di centrosinistra esce compatta solo all’apparenza. Perché l'emendamento sull’Amman – condiviso solo a posteriori dalla giunta con i gruppi – ha accontentato il Fiume e scontentato il Pd (che aveva sostenuto Pedrotti e la giunta nella prima ipotesi di trasferire 8 mila metri quadri in via Nuova di Corva e si è trovato mortificato) e perché nel dibattito non sono mancati momenti critici. Come quando De Bortoli ha chiesto la verifica del numero legale. Maggioranza salva per un soffio.

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FOTO MISSINATO - CONSIGLIO COMUNALE

Cardin. Le opposizioni non hanno risparmiato critiche nel metodo e nel merito. La più forte è arrivata dalla consigliera Cardin, il cui intervento è stato ripreso come modello dal centrodestra (da De Walter De Bortoli a Franco Dal Mas fino a Ribetti).

«Questo piano ha un approccio ingegneristico» ha detto Cardin che pure in Provincia è il vice di Pedrotti e che ha criticato anche la riforma regionale che ha declassato l'ente Provincia espropriandolo della funzione politica.

«E' un piano ineccepibile sul piano astratto, ma non sempre astratto e tecnico coincidono con i bisogni della città – ha proseguito –. Gli studi sono importanti ma vanno contestualizzati. Pordenone è ai primi posti come città verde ma viene percepita dai pordenonesi come città poco verde. Il correttivo dei tecnici è stato creare corridoi ecologici urbani. Correttivo perfetto, ma si sono chiesti i professionisti il perché ci sia questa discrepanza? Perché molti spazi verdi non vengono più fruiti dai pordenonesi e quindi non vengono percepiti come tali. Ma questa analisi non la possono fare i tecnici, devono farla i politici».

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E se i principi di base «sono tutti condivisibili», l’idea di Cardin è che questo sia «un piano che può andare bene per qualunque città. Pordenone è una città con quartieri che non comunicano tra loro. Via Cappuccini è una strada che collega Pordenone a Porcia e non una strada vissuta dai residenti, viale Marconi è diventata una circonvallazione..».

Partecipazione. Infine una stoccata sulla partecipazione «che non è invitare le persone, ma riuscire a coinvolgerle e questa operazione in questa città è più difficile che altrove perché i pordenonesi sono complicati».

E sulla partecipazione le critiche sono arrivate anche da Forza Italia («Il piano sarebbe venuto meglio se ci aveste consultato» ha detto Dal Mas a Toffolo) e dalla Lega Nord. Ma il sindaco non le ha incassate.

«Lungi da noi dire di essere stati perfetti – ha esordito Pedrotti –. Per me partecipazione è confrontarsi con tutti non con alcune nicchie elitarie che usano solo Facebook per rapportarsi con la pubblica amministrazione».

E più di qualcuno ha letto in questo un riferimento al Ballo della scrivania. Ma la risposta a Cardin e altri è arrivata anche da Roberto Freschi (Vivo Pordenone), cardiniano doc.

«Ho partecipato ai laboratori di palazzo Badini. Se uno c’è stato può dare un giudizio. Se invece si basa su quanto riferito da altri, l’opinione non può che essere mediata».

Contropiano. Forza Italia con Franco Giannelli ha addirittura presentato un contro piano con suggestioni su Rivierasca e Amman - secondo alcuni voli pindarici - e ha attaccato con Dal Mas per la mancanza di un coinvolgimento vero dei privati.

«E’ un piano da ricchi» ha detto Dal Mas che ha aggiunto: «Voi avete creato il problema edificando solo a sud per anni e con questo piano volete creare la soluzione. Questo piano dice l'opposto della variante 77 voluta da Bolzonello, vergognatevi».

E a Cabibbo che ha parlato di un piano che è «una rinuncia" perché immagina una città di 57 mila abitanti e non offre un futuro "ai nostri figli", l'assessore Toffolo ha replicato: «Questo piano preserva quello che abbiamo di prezioso in modo che l'eredità per i nostri figli sia dare una città in ordine, sana che la dimensione di 50 mila abitanti consente».

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