Più videosorveglianza nelle strutture ospedaliere friulane: firmato l’accordo tra AsuFc e polizia
L’accordo prevede l’adozione di misure di sicurezza tra le quali appunto la sorveglianza attiva, l’installazione di videocamere di sicurezza, la formazione e sensibilizzazione del personale, procedure specifiche per la denuncia degli episodi di violenza e il sostegno psicologico alle vittime

Il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Denis Caporale, e il questore di Udine, Domenico Farinacci, hanno siglato nella mattinata odierna l’accordo per l’implementazione di un sistema di videosorveglianza ospedaliera all’interno delle strutture dell’AsuFc: la segnalazione attiverà automaticamente l’allertamento alle Forze di Polizia.
Alla firma dell’accordo era presente anche l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi.
Il sistema è già operativo nel Pronto soccorso di Udine (12 telecamere), presso il servizio di continuità assistenziale dell’Imfr Gervasutta (6) e presso il servizio Rems (2) di via Pozzuolo (residenza deputata all’esecuzione delle misure di sicurezza detentive).
Nei prossimi mesi verranno installate anche presso i Pronto Soccorso degli Ospedali Spoke.
Nello specifico, l’accordo prevede l’adozione di misure di sicurezza tra le quali appunto la sorveglianza attiva, l’installazione di videocamere di sicurezza, la formazione e sensibilizzazione del personale, procedure specifiche per la denuncia degli episodi di violenza e il sostegno psicologico alle vittime.
Obiettivo principale della formazione erogata, progettata sempre in collaborazione tra AsuFc e polizia di Stato, sarà consentire all’operatore, in situazioni di possibile conflitto, di evitare lo scontro fisico con persone in stato di agitazione, e allo stesso tempo fornire delle basi per prevenire future problematiche derivate da aggressioni nell’attesa dell’arrivo delle Forze di Polizia.
La prevenzione e la protezione nei luoghi di lavoro in ambito sanitario sono fondamentali per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori, dai medici agli infermieri, fino al personale di supporto. Gli ambienti sanitari, come ospedali e cliniche, presentano rischi specifici dovuti alla natura delle attività svolte.
Le violenze sul luogo di lavoro rappresentano infatti un problema crescente, e nell’ultimo periodo il settore sanitario, dove gli operatori sono spesso esposti a rischi elevati, il fenomeno si è particolarmente accentuato.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto