Pillola abortiva, medici divisi in ospedale
Rotto il fronte dei camici bianchi obiettori: due specialisti su tredici sono pronti a prescriverla
La Ru486.
È un preparato farmaceutico in grado di determinare l’aborto in tre fasi. La pillola andrebbe somministrata entro la settima settimana, quindi di fatto non la si può ottenere dai sanitari una volta superata la sesta.
L’Ass 6.
Anche l’Azienda sanitaria si prepara al nuovo corso con un proprio dipartimento di ostetricia-ginecologia a San Vito al Tagliamento, dove già oggi operano medici non obiettori che da tempo garantiscono le interruzioni di gravidanza.
Il Santa Maria degli Angeli garantirà la “pillola abortiva”. In servizio da poco, infatti, due ginecologi non obiettori che già praticano interruzioni di gravidanza e prescrivono la “pillola del giorno dopo”. «Sono obiettore da sempre - dichiara il primario - ma è nostro dovere dare risposte». Anche a richieste che personalmente si preferirebbe non venissero nemmeno formulate.
Lunedì, al rientro dalle ferie del primario, Walter Adamo, direzione sanitaria e dipartimento avvieranno un confronto sul “come” organizzare il servizio. Nessun dubbio sul fatto che sarà garantito. La Ru486, ovvero un preparato farmaceutico in grado di provocare l’aborto spontaneo in tre fasi, due finalizzate ad evitare che l’ovulo fecondato attecchisca nell’utero, e la terza all’espulsione del prodotto del concepimento, ha comunque bisogno di alcuni passi prima di venire effettivamente prescritta.
Il primo è normativo: «Bisognerà chiarire qual è il percorso per le pazienti - spiega Walter Adamo -. La legge sull’interruzione volontaria di gravidanza definisce i termini entro cui può essere praticata, ma assegna anche alla donna una settimana di tempo per riflettere. La Ru486 deve essere somministrata entro la settima settimana, quindi non è pensabile che la si richieda quando la gravidanza ha già passato la sesta. Su questo il legislatore deve dire qualcosa, anche semplicemente confermare quel che sta scritto nella 194». Altra questione l’approvvigionamento della pillola da parte delle farmacie ospedaliere, che ovviamente non è ancora partito.
La procedura sarà attivata anche se il primario di ginecologia dell’ospedale di Pordenone è obiettore «da sempre, da quando ho iniziato ad esercitare. Ma sono anche medico in una struttura pubblica, e nella veste di primario devo fare quel che la legge prevede, sempre con l’obiettivo di tutelare le persone e di rispondere alle richieste che vengono rivolte alla struttura. Ovviamente - rimarca - essendo obiettore, non prescrivo interruzioni di gravidanza», siano essere chirurgiche o farmacologiche.
Se l’atto viene affidato allo specialista ospedaliero non obiettore (due quelli in servizio a Pordenone), sia quando si tratta di praticare l’interruzione di gravidanza che somministrare una pillola, tutto quel che attiene alla salute della donna, nel caso si renda necessario un ricovero, o il momento delle dimissioni, sono tutti atti che vengono svolti da tutti i medici dell’ostetricia-ginecologia pordenonese.
Il Santa Maria degli Angeli si prepara, dunque, all’iter, e altrettanto farà l’Azienda per i servizi sanitari n. 6, che ha un proprio dipartimento di ostetricia-ginecologia a San Vito dove già oggi operano medici non obiettori che, di fatto, hanno garantito da soli per diverso tempo le interruzioni volontarie di gravidanza.
Per la sua particolarità, la Ru486 «mi auguro possa essere prescritta anche dai consultori» conclude Adamo, che sono stati istituiti con l’obiettivo di sostenere la donna, la famiglia, la maternità e la paternità responsabili.
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