Perde il sentiero e precipita nel dirupo

MALBORGHETTO. Domenica sera voleva rientrare a casa in serata, ma è stata fatale a un escursionista friulano la decisione di volere scendere, dal bivacco Mazzeni, lungo un pendio scosceso in fondo alla Val Saisera per poi raggiungere l’auto, mentre gli altri due gitanti avevano deciso di pernottare al bivacco.
L’uomo, Federico Castellani, 38 anni di Gradisca d’Isonzo, perso il sentiero, è scivolato nel dirupo per quasi un centinaio di metri, compiendo anche un volo di un decina di metri su di un salto di roccia, perdendo così la vita in conseguenza ai gravi traumi e ferite riportate.
Il suo corpo è stato rinvenuto ieri mattina dagli uomini del Soccorso alpino del Cnsas di Cave del Predil e della Guardia di Finanza di Sella Nevea. Dopo l’autorizzazione del magistrato, la salma è stata recuperata con l’ausilio dell’elicottero della Protezione civile che ha potuto azionare il gancio baricentrico, per essere trasportata alla cella mortuaria del cimitero di Tarvisio a disposizione dell’autorità giudiziaria.
L’allarme era scattato domenica sera, alle 21.30, ed erano stati due degli amici, un uomo e una donna, che facevano parte della comitiva che era salita sabato al rifugio Pellarini (a sella Carnizza, sulle pendici nord dello Jof Fuart) per assistere a un concerto musicale di una loro amica cantante, con anche l’intento di effettuare un’escursione nella giornata di domenica.
I due, che avevano rinunciato all’escursione che prevedeva la salita a Sella Nabois, un passaggio sul sentiero Chersi e poi il passaggio al bivacco Mazzeni e la discesa per il sentiero in località Spragna, nell’alta Val Saisera preferendo ridiscendere dal rifugio in Valle per il sentiero normale, si sono preoccupati nel vedere le auto degli altri tre ancora parcheggiate.
Quindi, provato a mettersi in contatto con loro con i cellulari senza avere risposta (forse per l’esaurimento delle batterie) e accertato che nessuno era rientrato al Pellarini, hanno messo in moto la macchina dei soccorsi telefonando alla Guardia di Finanza di Sella Nevea. Le squadre del soccorso con le poche notizie a disposizione hanno provveduto subito a fare una ricerca (la luna in crescendo ha dato loro una mano) sui sentieri e nelle zone limitrofe al luogo dove si trovava l’auto.
Contemporaneamente hanno fatto una ricerca anche nei rifugi della zona per accertare che il disperso non fosse ospite di qualche struttura turistica. Nel frattempo i due che si erano fermati al Mazzeni, tramite il telefonino di un turista rassicuravano gli amici a valle circa la loro posizione. Tutte negative le risposte ai quesiti verificabili ed a tarda sera le ricerche di Federico Castellani sono state sospese per essere riprese ieri all’alba.
Alle 5.30 sono ripartiti nuovamente gli uomini del soccorso alpino dotati anche di due unità cinofile: hanno battuto sia i tracciati percorsi già la sera prima sia hanno allargato il raggio d’azione cercando di intuire quali potevano essere state le intenzioni dell’uomo. E così, nella mattinata, il corpo dell’escursionista è stato rinvenuto in un canalone sotto il bivacco Mazzeni.
L’uomo, dopo avere perso la traccia del sentiero, probabilmente anche perché non conoscitore della zona, è stato ingannato da una prima parte prativa in apparenza di facile percorrenza. L’ha percorsa finendo però dritto nel canalone, ripido ma una trappola per i tratti ghiaiosi e salti di roccia che impediscono la minima stabilità alle persone e ogni minimo appiglio. Quindi è probabile che l’uomo sia scivolato senza potere fare nulla per trattenersi.
Le cause dell’incidente sono ora al vaglio della Procura della Repubblica di Tolmezzo, mentre alla ricostruzione dell’accaduto sta provvedendo la Guardia di Finanza di Sella Nevea, comandata dal maresciallo Lino Piva.
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