Pasqua ortodossa, “invaso” un quartiere

“Paste fericit”. Buona Pasqua e veglia di preghiera per 12 ore, sabato notte in via San Giuliano, per centinaia di romeni ortodossi.
Il rito delle candele è la metafora della luce, per dare speranza quando la nostalgia della patria lontana diventa un dolore sordo al cuore: la comunità da anni ha il baricentro dei riti della parrocchia romena della Nascita di San Giovanni Battista, nell’antica Santissima. «La chiesa nuova non riusciamo a costruirla – hanno confermato tanti fedeli radunati intorno a Padre Octavian Schintee alla guida della comunità ortodossa rumena –. La crisi ci ha preso in contropiede: tanti hanno perso il lavoro».
Notte di fede e tanta gente, anche qualche badante, manca all’appello: erano 8 mila gli ortodossi censiti in provincia nel 2013, ma tanti se ne sono andati in altre regioni italiane, altri in Germania a cercare lavoro. La nuova chiesa ortodossa nel Friuli occidentale, invece, è a Prata, ricavata in un capannone industriale, a un tiro d’arco dalla Pordenone-Oderzo.
Padre Costantin Pascaru officia le funzioni per i connazionali. «Abbiamo raddoppiato le parrocchie con la nuova chiesa a Prata – ha spiegato Jon, che ha collaborato con padre Octavian –. Padre Costantin ha aperto la nostra chiesa». I romeni alzano le braccia al cielo, nella “loro” Pasqua, contro la crisi. Attendono anche la formalizzazione della cessione di un’area comunale (nella zona industriale sull’asse Pordenone-Oderzo), per traslocare l’altare. Il secondo tempio dedicato a Santa Cristina a Prata allarga i punti sociali per le comunità pordenonesi. Continua la raccolta fondi per il centro religioso, ma i soldi sono pochi e tutti si confrontano con le difficoltà economiche del momento. Circa il 20% degli immigrati è rientrato in patria. Qui, per molti, non c’è lavoro. (c.b.)
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