Omicidio di Vidulis, Mazzega ha scritto agli Orlando. La famiglia: «Tardi per le scuse»

Il giovane ha inviato una lettera alla famiglia di Nadia, uccisa il 31 luglio. Duro il commento del cugino della ragazza: «Non è ancora arrivata, spero sia andata perduta»
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ Una foto di Nadia Orlando tratta dal suo profilo Facebook. La ragazza, 21 anni, è stata uccisa dal suo fidanzato, Francesco Mazzega, 34 anni, che questa mattina si è costituito presentandosi questa mattina alla caserma della Polstrada di Palmanova con il cadavere della giovane a bordo della sua auto. Udine, 1 agosto 2017. FACEBOOK
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ Una foto di Nadia Orlando tratta dal suo profilo Facebook. La ragazza, 21 anni, è stata uccisa dal suo fidanzato, Francesco Mazzega, 34 anni, che questa mattina si è costituito presentandosi questa mattina alla caserma della Polstrada di Palmanova con il cadavere della giovane a bordo della sua auto. Udine, 1 agosto 2017. FACEBOOK

Vaga con il cadavere della fidanzata in auto, poi si costituisce

UDINE. A Dignano l’annunciata lettera che avrebbe scritto Francesco Mazzega, l’assassino di Nadia Orlando, non è ancora arrivata. «Non so nemmeno se avremo il coraggio di aprirla e leggerla», dice Andrea Orlando, il papà della giovane di 21 anni uccisa la sera del 31 luglio scorso da Mazzega.

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«Che non abbiano paura della verità e delle parole, le ferite possono essere rimarginate proprio dalla verità e dalla ammissione delle proprie responsabilità», esorta invece don Cristiano Samuele Zentilin, parroco di Muzzana del Turgnano, paese in cui Mazzega si trova ai domiciliari. «Perché Gesù nel Vangelo dice: la verità vi farà liberi. Ora i genitori di Nadia hanno bisogno di essere liberati dal loro dolore – continua il sacerdote –proprio dalla luce che Nadia può mettere nei loro cuori perché si trova nella pace di Dio e possano impegnarsi proprio in sua memoria nel bene».

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Federico Cancian, cugino di Nadia, si augura che la missiva venga «persa» perché «è troppo tardi ormai, è passato troppo tempo, ed è troppo comodo ricordarsi adesso che Nadia aveva una famiglia che l’amava. Uno scritto del suo assassino – dice il ragazzo – potrebbe creare troppo dolore inutile e non sarebbe di alcun aiuto. Tutto questo si aggiunge al dubbio che le parole scritte siano davvero sincere».

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Udine 10 Ottobre 2012. Visita Vescovo Mazzocato al carcere di Via Spalato. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi


Sono passati tre mesi e quattro giorni dalla scomparsa di Nadia. A Vidulis si contano anche i giorni che passano senza Nadia a casa, tra gli amici, nella comunità. Nel piccolo cimitero della pieve di Dignano il giorno della commemorazione dei defunti erano più di cento i lumini che donavano la loro luce alla tomba ricca di fiori e messaggi. I genitori continuano a ricevere la solidarietà e la vicinanza di tante persone, anche sconosciute.

Il tempo che passa non attenua il dolore di chi condivideva con lei la vita quotidiana. Vita che è stata strappata dal fidanzato di 15 anni più grande di lei, collega di lavoro. Un giovane uomo accolto con affetto dalla famiglia della ragazza e che ora si trova agli arresti domiciliari, con braccialetto, nella sua casa di Muzzana.

Gli amici continuano a darsi da fare per incrementare il numero delle firme della petizione nazionale, che ormai ha oltrepassato le 15 mila sottoscrizioni, e quella regionale, che ha raggiunto le 13 mila firme.

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«Stiamo facendo tutto quanto è possibile per permettere che sia fatta giustizia, sia per Nadia che per tutte le altre vittime di questi reati. Le parole per descrivere quanto è accaduto ancora fanno fatica ad uscire – afferma Matteo un amico di Nadia – non riusciamo a tenere lo sguardo verso l’alto, non ne abbiamo la forza, ci guardiamo in giro e speriamo sempre di vedere e ritrovare la nostra amica. Due mesi fa abbiamo deciso che non potevamo stare fermi davanti a una ingiustizia (i domiciliari concessi dal Riesame all’assassino, ndr) e con correttezza e umiltà abbiamo deciso di avviare le petizioni». Tanta gente ha risposto al loro appello e tanti Comuni – una cinquantina – hanno dato la solidarietà all’iniziativa.

Intanto il medico legale si è preso altri trenta giorni per il deposito della perizia.

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