Omicidio di Nadia, Mazzega lascia il carcere: scoppia la protesta degli altri detenuti

Francesco Mazzega, il 36enne che ha ucciso la sua ragazza Nadia Orlando e ha vagato con il suo corpo in auto prima di costituirsi, tornerà a casa dei suoi genitori. Appresa la notizia dai telegiornali, i detenuti della casa circondariale di Udine hanno cominciato a protestare durante la notte. La situazione ha richiamato l'attenzione di molti residenti e qualcuno ha anche realizzato un video che è poi stato inviato al nostro giornale. Intanto il braccialetto elettronico per l'uomo non sarà disponibile prima di venti giorni
Udine 10 Ottobre 2012. Visita Vescovo Mazzocato al carcere di Via Spalato. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 10 Ottobre 2012. Visita Vescovo Mazzocato al carcere di Via Spalato. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Omicidio di Vidulis, Mazzega lascia il carcere: scoppia la protesta degli altri detenuti

UDINE. Anche i detenuti del carcere di Udine protestano per la concessione degli arresti domiciliari a Francesco Mazzega, il 36enne di Muzzana del Turgnano che lo scorso 1 agosto ha confessato di aver ucciso, al culmine di un lite, la giovane fidanzata, la ventunenne friulana Nadia Orlando, che abitava con mamma, papà e fratello a Vidulis di Dignano.

Mercoledì sera i carcerati, subito dopo aver appreso la notizia dai telegiornali (il tribunale del Riesame di Trieste ha accolto la richiesta della difesa, concedendo all'uomo di tornare a casa dei genitori e imponendogli l'uso del braccialetto elettronico), hanno cominciato a farsi sentire in tutto il quartiere urlando e battendo contro le sbarre.

Delitto di Vidulis, l'omicida di Nadia lascia il carcere

Hanno manifestato il loro disappunto in modo inequivocabile, facendo anche il nome del trentaseienne. Hanno cominciato intorno alle 19.45, subito dopo i tg appunto, e sono andati avanti, anche se con diverse interruzioni, fino alle 22 circa. Poi tutto è tornato alla normalità.

La situazione ha richiamato l'attenzione di molti residenti e qualcuno ha anche realizzato un video che è poi stato inviato al nostro giornale.

"Effettivamente - ha confermato stamane il direttore della Casa circondariale Irene Iannucci - pare che la protesta di ieri sera si possa ricondurre, sia per l'orario, sia per le grida che sono state udite, a quanto i detenuti hanno saputo guardando il notiziario locale della sera". Da sempre la popolazione carceraria mostra precise reazioni di fronte a determinati tipi di reati, in particolare a quelli contro i bambini o, come in questo caso, contro una donna molto giovane.

Ecco perchè hanno voluto manifestare con decisione il loro dissenso di fronte al fatto che una persona che ha confessato di aver ucciso la fidanzata se ne possa tornare a casa dopo meno di un mese. "Appena ho saputo che cosa stava accadendo - spiega ancora la direttrice dell'istituto di pena - sono rientrata insieme al comandante della polizia penitenziaria: con l'aiuto tutto il personale in servizio abbiamo monitorato l'evento, in modo da evitare un'eventuale degenerazione che, per fortuna, non c'è stata. Comunque ora sono in corso ulteriori accertamenti per chiarire come si sono svolti i fatti. Per il momento non sono stati adottati provvedimenti".

Intanto il braccialetto elettronico con cui il Tribunale del Riesame ha disposto gli arresti domiciliari per Mazzega non sarà disponibile prima di 20 giorni.

Lo ha reso noto il procuratore di Udine, Antonio De Nicolo, spiegando che, di fronte a questa situazione, la Procura ha chiesto ai giudici del Riesame di integrare il provvedimento depositato mercoledì 30 agosto per stabilire «se nell'attesa dell'arrivo del dispositivo vadano applicati i domiciliari semplici o se debba permanere in carcere».

«La Cassazione in una recente sentenza ha spiegato che non c'è automatismo tra l'assenza del braccialetto e la permanenza in carcere - ha chiarito il Procuratore -. Sono i giudici a dover valutare caso per caso»

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