Nessuna acqua minerale la fonte Geu torna pubblica

FORNI AVOLTRI. Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il progetto per la realizzazione dell’opera di protezione civile per il potenziamento della rete dell’acquedotto comunale, che a salvaguardia della salute pubblica ha reso necessarie opere di captazione e adduzione della sorgente idrica in località Geu e l’allacciamento con la rete idrica esistente.
Un’operazione non semplice perché la fonte era stata data in concessione alla società Monte Cocco di Chions, che doveva avviare un’attività di vendita di acqua minerale, peraltro mai entrata in produzione. L’amministrazione comunale è stata indotta a prendere questo provvedimento in quanto, spesso, le abitazioni residenziali si trovavano in difficoltà a reperire, sia a livello quantitativo che qualitativo, l’acqua dai rubinetti domestici. «In particolare», osserva il vice sindaco Manuele Ferrari, «quando è al completo il centro della Getur a Piani di Luzza, che dispone anche di una piscina, può capitare che insorga una carenza d’acqua per le case di Forni Avoltri».
I buoni rapporti fra la famiglia di Mauro Bressan, titolare della Monte Cocco, e l’amministrazione comunale sono sintetizzati nel fatto che l’azienda pordenonese ha rinunciato alla concessione, a favore del Comune, gratuitamente. L’unica richiesta avanzata è l’abbattimento dell’obbligazione di 180 mila euro. «Monte Cocco», precisa Ferrari, «per quattro anni ha versato 30 mila euro annui al Comune a titolo di risanamento ambientale per le opere inerenti la captazione della fonte Geu e si era obbligata a versarne altrettanti per altri sei anni. Ovvio che in vista della concessione gratuita al Comune delle fonte, non si debba più richiedere tale versamento».
Il Comune, mentre sta attendendo che la Regione autorizzi il trasferimento della concessione, sta predisponendo un progetto per portare le acque Geu (che sgorgano a 888 metri di altitudine con una gettata media di 15 litri al secondo) sino alle vasche di accumulo della rete idrica comunale in località Palù. «L’investimento di 430 mila euro», ha ricordato Ferrari, «è effettuato con risorse proprie e della Protezione civile. Con questa operazione si dimostra che anche un piccolo Comune di montagna può gestire autonomamente e al meglio la ricchezza delle acque del suo territorio». (g.g.)
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