Nasce l’Orto collettivo di Legambiente

L’orto è da sempre una grande passione dei friulani, ma non tutti hanno la fortuna di possedere un giardino o un’area verde dove coltivare frutta e ortaggi. Da oggi chi desidera veder crescere le proprie piantine può aggregarsi all’Orto collettivo proposto da Legambiente di Udine a Colugna, alle porte dei Rizzi, grazie alla generosità delle due proprietarie che hanno dato in comodato d’uso gratuito a privati i loro campi, finora incolti.
Un accordo verbale con Marino Visintini, attivo presidente dell’associazione, ha fatto sì che oltre duemila metri di terreno fossero a disposizione dei cittadini. A differenza dell’orto urbano gestito dai comuni, non so deve attendere una graduatoria; per coltivare pomodori, insalata, fragole o cipolle, basta telefonare a Legambiente, farsi assegnare uno dei 40 lotti da 1 metro per 17 (finora gli occupati sono cinque, ma ci sono già una decina di richieste) ed armarsi di buona volontà, poiché al momento non è disponibile l’acqua in loco. Gli stessi “agricoltori” dovranno, finché non sarà predisposta una tettoia che raccoglierà l’acqua piovana, portarsela dietro e riempire le due grandi taniche disposti nel campo.
Entusiaste le prime famiglie che hanno aderito all’iniziativa del Circolo Legambiente di Udine, tutte di Udine. Alessia, docente alle scuole medie, addirittura viene dall’altro capo della città (zona via Aquileia) pur di coltivare i suoi ravanelli e peperoni, in compagnia di coppie e bambini che ha conosciuto proprio all’Orto collettivo, situato in via Cuneo, a circa cento metri dal teatro Bon. Elena, udinese, restauratrice di affreschi, dopo un corso ha deciso di seguire le orme paterne e sta ora sperimentando l’orto sinergico: bancali alti 40 cm coltivabili sia sopra che lateralmente, ricoperti di paglia, «così la terra non si surriscalda e mantiene la giusta umidità. Non viene mai lavorata, si taglia la pianta lasciando le radici e, tra qualche tempo, si creerà un sottobosco».
La “sinergia” deriva anche dai fiori antiparassitari e dai legumi che rilasciano azoto.
«È un luogo di incontro e sperimentazione, di conoscenza e scambio di informazioni – spiega Visintini –: si condivide qualche ora in allegria nei fine settimana o dopo il lavoro, recuperando sementi antiche e appassionandosi a coltivazioni orticole in modo sostenibile». Un progetto che Marino spera faccia ora da apripista e si possa, così, realizzare in altri comuni della regione, anche perché, come ha detto il sindaco di Tavagnacco Maiarelli ieri all’inaugurazione, è più semplice gestire gli orti nati da cittadini volontari rispetto a quelli urbani legati alle burocrazie di un ente pubblico.
Chi fosse interessato può contattare Marino Visintini (389 8066350 - udine@legambientefvg.it) al Circolo Legambiente di Udine, via Brescia 3 ai Rizzi.
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