Morto in un incidente a 17 anni, il ricordo del suo ex professore: "Non scorderemo il tuo sorriso"

Fabio Muccin ha dedicato a Gregory Josè Sandrea un lungo post su Facebook che riproduciamo integralmente

CASARSA. Ecco il toccante ricordo di Gregory Josè nelle parole del suo ex insegnante Fabio Muccin, che gli ha dedicato un lungo post su Facebook che riproduciamo integralmente.

«Non amo leggere le notizie in internet né tantomeno in Facebook, e non amo soffermarmi sulle tragedie, quando queste sono così private da ammutolire chiunque.

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Poi, un sabato sera, per puro caso capito su poche parole che attirano la mia attenzione. Diciassette anni, Casarsa, e “non ce l’ha fatta”. “E chi può essere?” mi domando. “Lo conosco?”

“Di origini venezuelane” si dice nell’articolo. Comincia la corsa forsennata a contattare i vecchi alunni di quando insegnavo alle scuole medie, che ho la fortuna di sentire tuttora, e i momenti di angoscia nel “forse è lui, prof, ma non voglio crederci”.

Infine compare il nome e ti senti sopraffatto, impotente, schiacciato. Non ci sono più dubbi. Eppure ancora speri, ancora non vuoi convincerti».

«Perché un ragazzo di 17 anni? Perché? Un alunno è come un figlio e dovrebbe seguire le stesse regole delle stagioni del tempo: dovrebbe sopravvivere al suo insegnante, come un figlio ai genitori.

Un alunno dovrebbe ricordare quando l’insegnante lo interrogava e parlava con lui, non essere ricordato dal suo professore in un ultimo prematuro saluto. Non so il perché, Gregory, di questa dipartita improvvisa e non la accetto.

Per me rimani il “tigrillo” dell’Amazzonia, come ti avevo soprannominato, con il tuo sorriso grande e contagioso, con il tuo rincorrermi tra le corsie della Coop dove ci siamo ritrovati per puro caso questo inverno dopo anni, con gli occhi scuri che sono stati condannati a chiudersi troppo presto.

Avrei voluto ritrovarti di persona, perché mi raccontassi di cosa facevi, e non leggere della tua morte immaginando ciò che non farai più. Perché hai avuto così fretta di andartene? Perché?

Che il tuo spirito sia libero nella foresta che amavi e di cui spesso abbiamo parlato, e che il dolore della tua perdita possa alleviarsi nell’eredità che ci lasci, nel tuo ricordo sorridente di studente e nelle parole che il vento non potrà mai cancellare».

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