Morto don Sergio Deison, scampò a un attentato di Unabomber
Il 2 aprile 2004 un ordigno alla nitroglicerina fu scoperto nella chiesa di Sant’Agnese di Portogruaro, camuffato da oggetto innocuo e posizionato per esplodere quando un fedele si fosse inginocchiato: «Ero io la vittima predestinata»

Si è spento nella serata di venerdì 31 ottobre, nella Casa del clero di San Vito al Tagliamento, dove era ospite, don Sergio Deison, prete, insegnante e, nel 2004, potenziate obiettivo di Unabomber.
Nato ad Aviano il 18 dicembre 1934, ordinato il 30 giugno 1957, laureato in lettere classiche, iniziò il mandato pastorale come vicario parrocchiale a San Marco di Pordenone, quindi insegnante all’Istituto Marconi di Portogruaro, assistente scout a Pordenone e dell’Unitalsi, presidente della commissione diocesana per la formazione permanente del clero negli anni Ottanta. Preside del liceo ginnasio Marconi di Portogruaro dal 1987 al 1991, dal 1999 fu direttore spirituale del seminario diocesano di Pordenone, quindi canonico del capitolo cattedrale dal 2010 e collaboratore nella stessa parrocchia sino a quando le forze hanno retto.
Nel 2004 fu protagonista, suo malgrado, di una vicenda legata a Unabomber. L’episodio di Sant’Agnese, il 2 aprile, fu uno dei più noti tra gli attentati. Un ordigno alla nitroglicerina fu scoperto nella chiesa di Sant’Agnese di Portogruaro, camuffato da oggetto innocuo e posizionato per esplodere quando un fedele si fosse inginocchiato. La scoperta avvenne ad opera di un’addetta alle pulizie e l’ordigno venne consegnato alla polizia.
«Ero io la vittima predestinata di Unabomber», rivelò don Deison. «Su quel banco mi inginocchio sempre per pregare». Prima della processione, tra i banchi della chiesa c’era lui, ancora insegnante al liceo Marconi, e molto spesso, soprattutto nei fine settimana, presente a Sant’Agnese per la concelebrazione dei riti e a disposizione dei fedeli per la confessione. «Vede – disse a La Nuova Venezia – quello dove è stata rinvenuta la trappola esplosiva era il mio banco, a fianco del confessionale e proprio al centro, in ginocchio, io ero solito trascorrere in preghiera buona parte del tempo in cui non c’erano fedeli da confessare. Tutto sommato sono stato anch’io fortunato, perché se avesse dovuto toccare a qualcuno, quello sarei stato sicuramente io. Anche domenica ero qui, sia nella mattina che nel pomeriggio ma non ho notato nulla di sospetto».
La scomparsa del sacerdote è stata annunciata dal vescovo Giuseppe Pellegrini: «Don Sergio Deison è tornato tra le braccia misericordiose del Padre. Ringraziamo il Signore per il dono che ha fatto con il suo ministero: tra le numerose esperienze, lo ricordiamo con simpatia vicino ai malati negli innumerevoli pellegrinaggi a Sanctuaire Notre-Dame de Lourdes con Unitalsi e Oftal Italia, tra i ragazzi e studenti dell’Istituto Marconi di Portogruaro e nell’accompagnamento spirituale in Seminario diocesano di Concordia-Pordenone».
I funerali del sacerdote non sono stati ancora fissati.
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