Morta nello schianto contro il casello autostradale: amici, fiori e musica per l’ultimo saluto a Lavinia
Celebrati a Feletto Umberto i funerali della 41enne deceduta in un incidente stradale a Mestre, l’anno scorso aveva perso il compagno. Il parroco: «Una ferita su un’altra ferita»

«Cara Lavi, per noi sarai sempre bella come l’estate, sei stata un regalo. Ogni ricordo di te è pieno di sorrisi. Eri arguta, ironica, intelligente e altruista, anche nell’ultimo anno, nonostante il dolore».
Con queste parole gli amici hanno ricordato, ieri durante il funerale, Lavinia Capobianco, la 41enne che viveva e lavorava a Udine, nella “Boutique Dodo”, e che è mancata in un incidente stradale avvenuto all’alba di lunedì scorso al casello di Mestre, lungo l’autostrada A57.
La cerimonia dell’estremo saluto, nella gremita chiesa di Sant’Antonio Abate, a Feletto Umberto: a ricordarla c’era don Alberto Arcicasa, parroco di San Stino di Livenza, dove Lavinia è cresciuta e, al suo fianco, don Marcin Gazzetta, parroco di Feletto. E non sono mancate le voci del coro parrocchiale.

Al momento dell’incidente Lavinia era in auto da sola: dopo essere atterrata all’aeroporto di Bergamo, stava guidando verso il capoluogo friulano, era il viaggio di rientro al termine di una vacanza a Sharm el Sheik, in Egitto. Una tragedia dopo un’altra tragedia che risale solo a un anno fa, quando era mancato, in un incidente con il parapendio, il suo compagno, il quarantenne Carlo Alberto Murano.
I due avevano abitato a Villa Primavera (Campoformido) e ultimamente lei, come detto, viveva a Udine. Lavinia Capobianco lascia la mamma Luigina, il papà Antonio, la sorella Frine, il cognato Francesco – che in chiesa ha suonato il flauto traverso, dedicandole le note del brano Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone –, tutti gli altri parenti, i colleghi e tanti amici, anche quelli del liceo.
Il suo volto, il suo sorriso, la sua gentilezza e la sua professionalità erano noti in città, dove in tantissimi avevano avuto modo, nel tempo, di apprezzare le sue qualità, sia quando lavorava in centro in un negozio di abbigliamento, sia quando si era impegnata come wedding planner e anche negli ultimi anni, dal 2022, ossia da quando era entrata nel team della gioielleria di via delle Erbe.
Durante il funerale, la bara in legno chiaro è arrivata di fronte a un altare pieno di fiori: rose e gigli candidi, accesi girasoli, un cuscino di rose rosse a forma di cuore e, accanto, la foto incorniciata in cui lei appare raggiante accanto a Carlo Alberto. «Se fossi qui – ha detto la sorella Frine all’inizio della cerimonia – ora ci diresti di non piangere, che la vita va avanti. Lavi eri piena di vita, di energia positiva e di ottimismo. Poi quel maledetto 15 giugno dell’anno scorso (il giorno dell’incidente del compagno, <CF1002>ndr</CF>). Hai amato senza limiti il tuo Carlo Alberto. Gli hai dato tutto l’amore di questo mondo. Sei stata una splendida fidanzata, sorella, amica, zia e figlia. Sii di nuovo felice vicino a lui».
Don Arcicasa ha rivolto pensieri di fede, speranza e consolazione ai suoi cari: «Non ci sono parole adeguate per consolare certi dolori. Bisogna affidare questo così grande al cuore paterno di Dio. È un’altra ferita, su una ferita ancora spalancata. Vogliamo stringerci attorno a tutta la sua famiglia, senza parole, ma con la preghiera, con amicizia e affetto. Lavinia ora è affidata alla misericordia di Dio e vive dove non ci sono dolore, sofferenza e lacrime. E lei di lacrime ne aveva versate tante in quest’ultimo anno».
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