Morto a 85 anni Italo Colomba, gestì lo storico bar a Rivolto

Uomo simbolo della frazione di Codroipo, è scomparso dopo aver lottato contro la malattia: era molto più di un commerciante

Pierina Gallina
Da sinistra Donatella, Italo, Margherita e Manuela
Da sinistra Donatella, Italo, Margherita e Manuela

Rivolto saluta Italo Colomba, uomo simbolo della frazione di Codroipo. È morto a 85 anni, dopo aver lottato contro la malattia, lui figura storica del paese, dove ha lasciato un segno profondo. Dietro al bancone del suo celebre bar Colomba, accanto al distributore di benzina e al negozio di generi alimentari che aveva avviato e gestito per decenni con la moglie Margherita, Italo era molto più di un commerciante.

Era un punto di riferimento, un amico, una presenza costante capace di offrire un sorriso, una battuta, una pacca sulla spalla a chiunque entrasse. Come ha ricordato monsignor Ivan Bettuzzi durante l’ultimo saluto, cui ha partecipato una folla di amici ed estimatori, «Italo ha avuto la vita di un grande camminatore».

Nato in Germania, ad Halle Saale, il 21 agosto 1940, da Teresa Rossi, originaria di Interneppo, e da Fausto di Bordano, conobbe presto la crudeltà della guerra. La casa distrutta, la fuga, la condizione di profugo. Nel 1943 la famiglia rientrò in Friuli, a Bordano, poi a Grions e infine a Coderno, dove Italo conobbe Margherita.

Sposati il 3 gennaio 1963 a Coderno, vissero sedici anni in Svizzera, dove Italo lavorò alla Firestone e nacquero le figlie. Nel 1969 rientrarono in Friuli e si stabilirono a Rivolto, dove Italo acquistò il vecchio bar Ampelidea”, trasformandolo nel punto d’incontro per eccellenza che ancora oggi porta il suo nome: Bar Colomba.

Lo gestì fino al 1980 con il fratello Irno e la cognata Teresa, poi con Margherita e le figlie fino al 2000. Oggi l’attività continua grazie ai nipoti Ornella e Maurizio, che ne custodiscono lo spirito accogliente e sempre genuino.

Anche come presidente della società sportiva di Rivolto, Italo continuò a creare profondi legami, amicizie, occasioni di crescita per i giovani. «Ha costruito la vita sulla roccia, che è rimasta stabile anche nella malattia. La sua roccia è stata sempre Margherita, fino all’ultimo respiro» ha sottolineato poi monsignor Bettuzzi.

Nel saluto finale, il nipote Simone Cecatto lo ha ringraziato con parole semplici e toccanti: ogni volta che avevo bisogno, tu c’eri. Ora è tutto strano e silenzioso».

Italo lascia la moglie Margherita, le figlie Donatella, con Gianpaolo Cecatto, Manuela, e l’amato nipote Simone.

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