Morì a 19 anni in un incidente stradale, patteggia l'amico di Veronica che era al volante

Disposti due anni di reclusione, sospesi con la condizionale, e la revoca della patente. Lo schianto con l’auto avvenne all’alba, al rientro da una festa: il giovane era ubriaco

Incidente mortale a Orsaria, muore ragazza di 19 anni

Era su di giri per l’effetto dell’alcol e della cananabis assunti durante la festa di carnevale, ma questo non gli aveva impedito di mettersi al volante di un’auto, peraltro non sua, né di moderare la velocità considerato anche il buio. Un’incoscienza su tutti i fronti quella dimostrata all’alba dell’11 febbraio 2018 da Giacomo Misano, all’epoca 21enne, e di cui finì per pagare le tragiche conseguenze l’amica che gli sedeva accanto.

Lui e Veronica Diplotti stavano rientrando a casa, entrambi a Buttrio, quando all’altezza di Orsaria, frazione di Premariacco, l’Honda Civic su cui si trovavano aveva sbandato a destra, finendo prima nel fossato che costeggia la provinciale 14 e, poi, contro un albero. Uno schianto terribile, a pochi chilometri dall’abbraccio delle rispettive famiglie, e che non aveva lasciato scampo alla giovane: Lala, così la chiamavano gli amici, era morta sul colpo, all’età di soli 19 anni.

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Del caso si è tornati a parlare in tribunale, a Udine, dove il fascicolo per omicidio stradale aperto a carico di Misano era nel frattempo approdato. Il suo difensore, avvocato Giannantonio Milio, del foro di Gorizia, aveva chiesto e ottenuto dal pm Elena Torresin il consenso a chiudere il procedimento patteggiando due anni di reclusione, con beneficio della sospensione condizionale.

L’istanza è stata accolta anche dal gup Matteo Carlisi, che, nell’applicare la pena nella misura proposta, ha ritenuto corretto riconoscere all’imputato le circostanze attenuanti generiche, sia per la sua giovane età e l’incensuratezza, sia per l’intervenuto risarcimento del danno ai familiari di Veronica. E cioè ai genitori Giancarlo e Antonella, al fratello gemello Leonardo e alla nonna Bruna, tutti rappresentati dall’avvocato Daniela Lizzi.

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Partito dalla pena base di otto anni - il minimo, nel range previsto dal codice penale tra gli otto e i dodici anni, nel caso in cui il conducente si sia posto alla guida ubriaco e alterato dall’assunzione di sostanze stupefacenti -, il calcolo della pena ha tenuto conto non soltanto delle generiche e della scelta del rito, ma anche dell’attenuante riconosciuta all’imputato, perché la vittima non indossava la cintura di sicurezza. Considerate inoltre le violazioni del Codice della strada - lo stato di ebbrezza, risultato pari a 2,30 grammi di alcol per litro di sangue, e l’alterazione psicofisica, dovuta all’assunzione di cannabis -, il giudice ha disposto nei confronti di Misano anche la revoca della patente di guida.

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«Ciao Lala il tuo sorriso e la tua voglia di vivere resteranno per sempre nei nostri cuori». Così oltre 500 persone avevano salutato Veronica Diplotti, il giorno del funerale, svolto in forma laica, il successivo 24 febbraio al campo sportivo di Buttrio. «Era super solare – avevano raccontato le amiche –: seminava il buon umore attorno a sé e con il suo modo di fare, con la simpatia e il senso dell’ironia che la contraddistinguevano, catalizzava l’attenzione, ovunque si trovasse». E aveva progetti per il futuro, Veronica, che dopo avere coltivato la sua innata creatività al liceo artistico Sello di Udine, era pronta a imboccare la strada professionale del tatuaggio.

La sua scomparsa, tanto prematura quanto violenta, era stata seguita anche da una coda di polemiche per l’eccessivo consumo di alcol da parte dei giovani alle feste di paese. —


 

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