Mercatone Uno, rimarrà chiuso il punto vendita di Reana

UDINE. La notizia buona è che a breve sarà pubblicato il bando di gara per la vendita dei 79 negozi del gruppo Mercatone. Quella meno buona è invece che nella lista dei cinque punti vendita che l’amministrazione straordinaria ha deciso di riaprire non figura Reana del Rojale.
Le speranze dei circa 40 dipendenti in forze al punto vendita si frantumano dunque contro la lista stilata dai commissari che prevede la riapertura dei negozi sospesi di Beinasco, Sambuceto, Misterbianco e Arzano.
Non quello di Reana i cui lavoratori resteranno dunque ancora a casa. In cassa integrazione a zero ore. L’ammortizzatore sociale scadrà il prossimo 6 aprile, ma i commissari hanno già annunciato che sarà prorogato in continuità durante l’incontro che lunedì 15 febbraio li ha visti riuniti al ministero dello Sviluppo economico, assieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e a quelli delle Regioni interessate per fare il punto della situazione.
Nell’occasione, i commissari hanno illustrato il programma autorizzato dal Mise lo scorso 14 gennaio e le prossime fasi della procedura. Tra cui appunto la pubblicazione del bando che riguarderà l’intero perimetro dei 79 negozi. Di cui tre, ricordiamolo, sono quelli che interessano il Fvg. A Monfalcone e Sacile, dove sono ancora aperti. E a Reana dove invece i lavoratori sono in cassa dallo scorso mese di giugno.
L’auspicio è che al bando risponda un acquirente interessato a tutto il complesso aziendale perché viceversa - come hanno denunciato a più riprese i sindacati - si rischia lo spezzatino, il cui prezzo sarebbe pagato soprattutto dai negozi più deboli, meno appetibili. Compreso quello di Reana, chiuso da mesi e completamente svuotato.
Ad attendere l’esito del bando ci sono i suoi 40 dipendenti, ma anche i colleghi in forze agli altri due negozi, dove si utilizza la cassa a rotazione, il disagio è minore, ma dove il futuro resta comunque incerto. Legato a chi si farà avanti.
Al Mise i commissari hanno riconosciuto come grazie alla collaborazione e al senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti - Istituzioni, lavoratori, organizzazioni sindacali e creditori - è stato, sinora, possibile garantire la continuità del gruppo. E la salvaguardia dei livelli occupazionali grazie al ricorso agli ammortizzatori. Circostanze che, all’avvio della procedura, erano tutt'altro che scontate.
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