«Meno burocrazia per invogliare le imprese a non delocalizzare»

Un piano di azioni per evitare che le aziende delocalizzino mettendo a rischio l’occupazione di migliaia di lavoratori. Serve questo – e in tempi rapidi – per Luigi Oddo della Uil. «La ricostruzione in Fvg c’è stata dal ’76 in poi con grande onore e visibilità a livello internazionale per la capacità con la quale si è fatta – ha spiegato –. Si è poi creata una grande industria con un’ottima occupazione durata fino al 2008. Dal 2008 in poi la crisi piano piano ha eroso tutto il sistema vuoi anche per l’economia globalizzata internazionale che ha creato concorrenze europee dove il costo del lavoro inferiore al nostro ha portato via aziende e occupazione nel nostro territorio». Del resto la delocalizzazione «è un fenomeno pericolosissimo e noi ce l’abbiamo in casa, cioè in Europa. Se si fa parte di un’ Europa alcune regole dovrebbero essere uguali per tutti i Paesi. Succede invece che in Romania, Ungheria e Polonia si può lavorare a 500 euro al mese con poca burocrazia e poco sindacato quindi competere con questi territori è praticamente impossibile».

Per questo «dovrebbero essere fatte azioni di contenimento di questo flusso, ad esempio riducendo la burocrazia, e con buoni accordi con il sindacato, per far rimanere le aziende sul territorio. Invece è accaduto il contrario, non si è messo mano a questo tema ed è successo che le multinazionali si sono impadronite di molte delle nostre imprese con dei poteri straordinari e bilanci enormi. Purtroppo quando decidono di andarsene via lo fanno senza trattare e non c’è nulla che le può fermare. Di fatto ci sono 18 mila lavori che possono trovarsi in una condizione di rischio». Occorrerebbe, dunque, «intervenire creando le giuste condizioni per non far delocalizzare le imprese. La svendita di questo tipo è davvero molto pericolosa e un danno per tutta l’economia. Siamo al punto di non ritorno. O noi mettiamo in piedi un sistema che recupera e mantiene quello che c’è e integra l’occupazione, attraverso dei progetti mirati, o altrimenti non avremo soluzioni». —



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