Lo pneumologo: "Sempre più casi di polmoniti da aria condizionata"

È l’allarme che lancia Francesco Mazza, primario del reparto di pneumologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, che rileva come «d’estate abbiamo per malattie da raffreddamento quasi gli stessi numeri di accesi e di ricoveri come in inverno. C’è qualcosa che non va»

PORDENONE. Broncopolmoniti nei giovani, asme riacutizzate e malattie da raffreddamento: è quello che si verifica nei mesi più caldi a causa dell’uso sconsiderato dell’aria condizionata.

È l’allarme che lancia Francesco Mazza, primario del reparto di pneumologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, che rileva come «d’estate abbiamo per malattie da raffreddamento quasi gli stessi numeri di accesi e di ricoveri come in inverno. C’è qualcosa che non va».

Sotto accusa i condizionatori, da quelli delle automobili a quelli installati in case e negozi. L’esempio di comportamento pericoloso riguarda soprattutto le automobili: «Sono lasciate sotto il sole per ore - afferma -, poi si sale e si accende l’aria condizionata a tutto spiano, magari con il getto che arriva sul petto. Questo può provocare patologie da raffreddamento». Tra queste le broncopolmoniti e bronchiti.

Anche per il condizionatore bisogna seguire alcune regole. Meglio deumidificare che condizionare, con una differenza tra l’aria esterna e interna che non deve essere superiore a 6 o 7 gradi. Per le case ci sono poi i consigli che venivano utilizzati un tempo e che, sottolinea Mazza, sono ancora validi.

«Durante il giorno - afferma - una volta si tenevano i balconi chiusi per evitare che il calore del sole entri in casa e la sera si aprivano. Ma anche in questo caso bisogna prestare attenzione: se è in arrivo un temporale e la temperatura si abbassa, bisogna evitare di esporsi alle correnti d’aria. Se si è sudati meglio cambiarsi maglietta come ci dicevano una volta le nostre mamme».

Ci sono poi i sistemi dai ventilatori ai condizionatori, ma per i quali è necessario seguire alcune regole per evitare di ammalarsi. «L’uso di ventilatori meccanici - prosegue Mazza - anche se non abbassa la temperature dell’ambiente, può assicurare una sensazione di aria più fresca; infatti diminuisce la temperatura percepita e ciò produce una sensazione di sollievo.

Ma attenzione, occorre posizionare i ventilatori ad una certa distanza dalle persone e non indirizzarli direttamente sul corpo, specialmente nel caso di persone malate costrette a letto. I ventilatori stimolano la sudorazione e per questo motivo possono aumentare il rischio di disidratazione, specialmente se la persona esposta non assume abitualmente grandi quantità di liquidi.

Si sconsiglia l’uso del ventilatore quando la temperatura interna supera i 32 gradi, perché in questo caso oltre ad aumentare il rischio di disidratazione non è un rimedio efficace per combattere gli effetti del caldo».
 

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