L’ex collegio Filzi dice stop al degrado Diventerà ostello e centro polifunzionale

Ziberna: «Non è un progetto da libro dei sogni. Le risorse ci sono grazie ai 18 milioni elargiti dal fondo periferie»
Bumbaca Gorizia 23.07.2018 Ex collegio Filzi © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 23.07.2018 Ex collegio Filzi © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Un centro polifunzionale. Che darà un futuro all’ex convitto Fabio Filzi, oggi regno del degrado e dell’abbandono, un complesso edilizio che venne realizzato dall’Ises (Istituto per lo sviluppo dell’edilizia sociale) per essere destinato all’Opera per assistenza ai profughi giuliani e dalmati. L’immobile venne poi ceduto alla Regione che lo utilizzò quale sede scolastica per i corsi di formazione organizzati dall’Irfop. Verso la metà degli anni’90, a seguito dell’entrata in vigore di più severe norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché il manifestarsi di alcuni segni di degrado strutturale, il collegio venne dismesso. Passò, quindi, nuovamente di mano, diventando di proprietà dell’Ater che avrebbe voluto realizzare una seconda Casa dello studente. Un progetto rimasto sulla carta.

Oggi, finalmente, si parla di recupero di un patrimonio importante della città. Lo studio di fattibilità viene esaminato in queste ore dal Consiglio comunale. Sul piatto i 18 milioni del “Bando nazionale per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei capoluoghi di provincia”. La pioggia di milioni sarà a disposizione dell’Ater mentre il Comune parteciperà con uno stanziamento di 1,2 milioni. La quota maggiore dei 18 milioni (10,4 milioni) sarà destinata proprio alla sistemazione dell’ex collegio Filzi. «Non un progetto da libro dei sogni ma una proposta estremamente concreta, considerato che i soldi ci sono», spiega Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia. «Il collegio propriamente detto verrà demolito e ricostruito – aggiunge –. Abbiamo effettuato anche un sopralluogo con la nuova soprintendente ai Beni artistici e architettonici, la quale ha riconosciuto che non c’è alcun pregio artistico relativamente all’immobile».

La regia è in mano all’Ater. Tant’è che il progetto di fattibilità tecnica e economica porta la firma di Alessandra Gargiulo, direttore dell’ex Iacp di Gorizia e responsabile del procedimento. «L’intervento - si legge nelle documentazioni - prevede la creazione di due aree con funzioni diverse ma in stretta relazione tra loro: la prima verso via Pola dove si affacciano gli edifici con destinazione pubblica quali la palestra, l’ostello e il campo di calcetto, la seconda con accesso veicolare indipendente adibita a residenza per fasce protette ed emergenza abitativa». In sostanza, si procederà alla realizzazione di un ostello dotato di 16 stanze di cui 9 camere doppie, 3 camere singole per disabili, 4 camere triple, per un totale di 33 posti letto: nell’ostello è prevista la realizzazione di una zona ristoro. Ci saranno poi una palestra, con gradinate, dotata di spogliatoi, bagni, locale arbitri ed infermeria, locali deposito e locali tecnici; un annesso campo di calcetto; un edificio con 9 alloggi per emergenze abitative composto da una camera matrimoniale, un soggiorno con angolo cottura ed un bagno; un edificio di 12 alloggi destinato a fasce protette composto una camera matrimoniale ed una singola, soggiorno con angolo cottura, un bagno e cantina al piano interrato.

Prevista, come dicevamo, la demolizione. «L’intervento di ricostruzione pur discostandosi dall’attuale composizione di volumi, potrebbe creare un nuovo complesso edilizio che riuscirà a relazionarsi con il villaggio ed il tessuto urbano ed in particolare con “piazza Fiume”, nel rispetto della memoria», si legge nello studio di fattibilità. —



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