La scappatoia per il Krav Maga è lo Ju-Jitsu

UDINE. In questo caso non è solo una questione di numeri. Con Il Krav Maga e gli altri stili di combattimento affini c’è in ballo anche la valenza sociale che si trascina dietro l’insegnamento delle tecniche di autodifesa. Soprattutto per le donne.
E non è un caso che negli ultimi anni sono in aumento esponenziale le amministrazioni comunali che hanno deciso di “spingere” su corsi di questa tipologia, intendendoli a tutti gli effetti come un servizio per il cittadino.
Una considerazione che già lo scorso dicembre ha fatto propria lo Csen (Centro sportivo educativo nazionale), uno dei 15 Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. «La sforbiciata del Coni, che ha ridotto a 385 le discipline sportive – parte da lontano Giuliano Clinori, presidente regionale e numero 2 nazionale dello Csen – ha creato qualche problema, tante incomprensioni e molta preoccupazione in chi ha investito sulla promozione e sull’insegnamento di alcuni sport, quelli esclusi dal listone intendo.
Sullo yoga e sul pilates, forti di un numero importante di iscritti in Italia, si è già fatto un passo indietro, ma è un mondo ad essere rimasto fuori. In primis quello delle arti marziali: Krav Maga, una delle discipline per eccellenza nel disarmo di un avversario, cross combact e Yoseikan Budo per citarne solo alcuni.
Si rischiava così di disperdere un patrimonio importante, di indiscussa valenza sociale visto lo sviluppo dei corsi di autodifesa, sempre più richiesti, che si basano molto su tattiche prese proprio da questi stili. Da qui la nostra scelta – continua Clinori –, come Csen, di assimilare alcuni di questi stili di combattimento come specialità complementari del Ju-Jitsu.
Ora, insomma, serve un riconoscimento di maestro in Ju-Jitsu per insegnare il Krav Maga. È fattibile e a marzo ci sarà un primo seminario tecnico a Sappada, per abilitare tecnici professionali, ma anche per eventuali conversioni da tecnico di Krav Maga a tecnico di Ju-Jitsu. Riusciamo cioè ad affiliarlo, tesserarlo in modo da essere riconosciuto dal Coni».
Va comunque ricordato «che moltissimi istruttori di Krav Maga erano già maestri di Ju-Jitsu, è un percorso quasi fisiologico, non abbiamo scoperto noi l’acqua calda».
Una decisione arrivata anche su pressione dei molti praticanti di questi stili marziali. «In Fvg abbiamo tra i 7 e i 10 mila tesserati delle varie discipline di arti marziali rimaste escluse dall’elenco del Coni, un migliaio sono solo i praticanti del Krav Magà, per un centinaio di associazioni in regione – fornisce i numeri Clinori –. E comunque si, in provincia di Udine come in regione c’è stata e c’è ancora molta preoccupazione, ma anche confusione, da parte di decine e decine di associazioni che, una volta visto escluso il proprio sport di riferimento dal listone del Coni e alla luce dell’automatica perdita delle previste agevolazioni fiscali, si sono trovate di fronte all’ipotesi di dover aumentare i prezzi per i propri tesserati o di chiudere. Per molti, è chiaro, i problemi non sono finiti».
Una conseguenza comunque accettabile. «L’idea del legislatore sportivo, di base, è giusta, bisogna distinguere tra attività sportiva e attività commerciale, non a caso per lo zumba, che è anche un marchio registrato, non vedo possibilità di rientro tra gli sport. Lo stesso vale per il Burraco: un chiarimento era necessario».
Tutto condivisibile. Anche se poi, nell’elenco del Coni, figurano discipline sportive come la dama (in cinque diverse versioni), gli scacchi e, alla voce “sport e giochi tradizionali”, la morra, la trottola, la lippa e il lancio del formaggio. (ma.ce.)
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