La nuova ordinanza della Regione: i consigli per gli over 65, torna l'obbligo di una sola persona per famiglia al supermercato

UDINE. La mini-stretta dovrebbe garantire – ma il condizionale è davvero d’obbligo in periodo di pandemia – al Friuli Venezia Giulia di evitare, venerdì 13 novembre, il passaggio da zona gialla a zona arancione se non altro perché l’ordinanza emanata ieri da Massimiliano Fedriga, che entrerà in vigore da domani e che, nei fatti, è identica a quelle di Veneto ed Emilia-Romagna, ha ottenuto il placet, e la controfirma virtuale, di Roberto Speranza.

«Abbiamo ottenuto l’intesa dal ministero della Salute – ha confermato il governatore – per un testo che non punta a sanzionare le persone, ma che vuole soltanto cercare di garantirci regole condivise che possano limitare al massimo le occasioni di contagio. Evitato il passaggio in zona arancione? Non abbiamo certezze, perché il Dpcm è perfettamente in vigore, ma è chiaro che anche io mi auguro come, data l’intesa con Roma sulle nuove strette, il Friuli Venezia Giulia sia in grado di evitare il passaggio in area arancione, anche perché l’Rt della regione è pure in diminuzione».


Le previsioni della vigilia, su una serrata soft, sono state, tutto sommato, rispettate anche se rispetto ai rumors Fedriga, al pari dei colleghi Luca Zaia e Stefano Bonaccini, ha optato per qualche limitazione in più e, soprattutto, ha inserito per la prima volta una sorta di raccomandazione-invito riservato ai più anziani. Nell’ordinanza, prima di tutto, viene specificato in maniera ancora più tassativa dell’ultimo Dpcm di Giuseppe Conte l’obbligo di utilizzo della mascherina in ogni occasione quando si esce di casa fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni, per le persone affette da particolari patologie che ne sconsiglino l’uso, oppure quando si è in solitaria e si viaggia su mezzi privati con al massimo i conviventi.

L’attività motoria all’aperto, andando oltre, deve essere svolta preferibilmente in parchi pubblici, aree periferiche e sempre nel rispetto della distanza di almeno due metri, al di fuori di piazze e strade del centro storico e di strade affollate. Una scelta, questa, presa per cercare di togliere una fetta non banale di persone dalle zone più congestionate delle città del Friuli Venezia Giulia e che, almeno teoricamente perché poi la verifica pratica è tutta un’altra cosa, vieterebbe anche le più classiche “vasche” del fine settimana. E in questo senso va letta la disposizione che prevede l’accesso agli esercizi di vendita di generi alimentari di un solo componente del nucleo familiare, fatto salvo i casi di accompagnatori di persone in difficoltà oppure dei minori di 14 anni.

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I mercati, quindi, saranno autorizzati a operare – come in primavera – esclusivamente previa presentazione di un apposito piano anti-assembramenti con separazione dei varchi d’ingresso e uscita e una sorveglianza che verifichi il rispetto del distanziamento sociale. Una delle vere novità, per quanto almeno al momento sia soltanto una raccomandazione e non un obbligo di legge, è la richiesta agli esercizi commerciali di medie e grandi dimensioni di garantire l’accesso ai propri negozi nelle prime due ore di attività agli over 65.

È prevista, andando oltre, nelle scuole del primo ciclo scolastico – primarie e secondarie di primo grado – la sospensione delle lezioni di educazione fisica, di canto e di ogni strumento a fiato considerate a forte rischio di contagio, mentre sono confermate le indicazioni della vigilia che portano all’obbligo di consumazione di cibi e bevande soltanto seduti a partire dalle 15 di ogni giorno e il divieto di consumo in piedi, oppure posizionati in luoghi che non siano le sedute dei locali di somministrazione, di quanto acquistato per l’asporto.

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Via libera, infine, ad alcune misure specifiche per le giornate prefestive e festive. In particolare, in Friuli Venezia Giulia – così come in Veneto ed Emilia-Romagna – chiuderanno tutte le grandi strutture di vendita e quelle di media struttura maggiore – cioè superiore ai 400 metri quadrati come previsto dalla normativa regionale in materia per questa definizione di esercizi commerciali –, mentre nei giorni festivi, pertanto già a partire da domenica, è vietato ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso oppure su area pubblica Ogni blocco all’operatività esclude, come ormai abbiamo imparato da mesi, le attività ritenute essenziali quali farmacie, parafarmacie, tabaccherie, edicole e vendita di generi alimentari.

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«Siamo una regione che grazie a uno sforzo enorme di tutto il sistema – ha commentato Fedriga – sta tenendo meglio di altri territori, anche se la situazione è critica pure da noi per quanto non a livelli da bollino rosso. Il nostro obiettivo è darci regole condivise che possano limitare al massimo le occasioni di contagio tutelando i cittadini, in particolar modo quelli delle fasce più a rischio della nostra popolazione». Un’operazione di limitazione di altre libertà, dunque, ma non così forte come pensava qualcuno che aveva, addirittura, paventato un blocco alla circolazione tra Comuni diversi. «Non ho mai parlato di ipotesi di chiudere i Comuni e i passaggi delle persone tra una località e l’altra – ha continuato al presidente –. Anzi, questa misura non è stata nemmeno ipotizzata nelle discussioni con Zaia e Bonaccini perché riteniamo che le misure in campo da sabato siano, allo stato attuale, sufficienti per provare a ridurre la curva dei contagi».

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La situazione, infatti, è comunque da tenere sotto controllo. «Il nostro Rt è in miglioramento – ha proseguito Fedriga – così come la capacità di occupazione dei posti-letto nei reparti di non Intensiva è ancora consistente, ma lo stress è tutto sulla parte sanitaria, sul personale. Siamo stati tra le tre Regioni d’Italia, quest’estate, ad aver raggiunto la quota di aumento di Intensive fissato dal Governo, ma adesso dobbiamo fare di più.

E per questo ho chiesto pazienza ai cittadini, perché sicuramente non ci divertiamo a trasformare ospedali, oppure Rsa,in strutture Covid. Quello che affrontiamo non è nemmeno un problema di letti o di ventilatori, ma di personale e quando riconvertiamo i nosocomi, lo facciamo perché sappiamo di mettere a disposizione dei pazienti il personale necessario a seguirli lungo il loro decorso. Quanto ai vaccini anti-influenzale, infine, sono arrivati e stanno continuando ad arrivare. Noi abbiamo anticipato la campagna, quest’anno, e se è vero che stiamo registrando un rallentamento delle forniture resto fiducioso visto che non voglio nemmeno pensare che contratti firmati, peraltro nemmeno dal sottoscritto, poi non vengano rispettati».

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