Indagine su Giosuè, spunta la pista gay: amore non corrisposto per Trifone

PORDENONE. I turbamenti sentimentali di Giosuè Ruotolo a ridosso del 17 marzo, il giorno in cui sono stati uccisi Trifone Ragone e Teresa Costanza, restano al centro dell’attenzione. Ora emerge che tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti per cercare di delineare nel modo più completo possibile lo scenario degli affetti e delle amicizie, allo scopo di far emergere un possibile movente, c’è anche quella che Giosuè potesse aver maturato una simpatia che andava oltre l’amicizia nei confronti di Trifone. Si stanno vagliando elementi di fatto per capire se tale ipotesi possa rivelarsi plausibile.
A confermarlo, interpellato sull’argomento, è stato ieri l’avvocato difensore di Giosuè, Roberto Rigoni Stern. «Non potendo tralasciare alcuna eventualità, in questa fase dell’indagine, era inevitabile che i pm vagliassero tutte le ipotesi possibili, compresa questa. Sì, ci risulta stiano lavorando anche su questa pista ma quella di un amore non corrisposto di Giosuè nei confronti di Trifone appare davvero un’ipotesi fantasiosa – ha sottolineato il legale –. A cominciare dal fatto che risulta sguarnita di qualsiasi corredo probatorio. Fino ad oggi non ci sono elementi che vadano in quella direzione, non risulta che alcuna delle persone sentite, né i commilitoni nè altri testimoni, abbiano rilasciato dichiarazioni utili a comprovare questa tesi».
Non si ferma l’attività investigativa coordinata dalla Procura pordenonese nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Trifone e Teresa. In particolare, si continua a scandagliare la sfera privata dell’unico indagato, il 26enne militare di Somma Vesuviana, Giosuè Ruotolo. Uno sforzo investigativo che ha portato ad acquisire decine e decine di testimonianze, finalizzato a non sottovalutare alcun elemento potenzialmente utile, attinente alla sfera degli affetti e delle amicizie del giovane.
«Fino ad ora non sono emersi indizi nè alcun nesso di causalità che portino a dimostrare che Ruotolo abbia commesso il duplice delitto e quindi si sta cercando un movente che non c’è all’interno di una “provocazione” – ha continuato Rigoni Stern –. Si stanno scandagliando le vite personali di questi ragazzi alla ricerca di una motivazione ma non risulta nulla che possa far ricondurre questo gesto ad una presunta simpatia o attrazione di Giosuè per Trifone.

Ribadisco che se questo sospetto fosse stato davvero concreto e verosimile, vi sarebbero stati senza dubbio riscontri nei messaggi o nelle testimonianze degli altri commilitoni e delle molte persone sentite. Invece, non è risultato nessun comportamento strano o anomalo. Nessuna “devianza”. Era più di un anno che Giosuè non viveva nello stesso appartamento con Trifone. Non risultano incontri, chiamate o messaggi».
«Certo è che la vita privata di Giosuè continua ad essere analizzata su diversi fronti e in questo senso è stata risentita la sua fidanzata – ha rimarcato l’avvocato –. Questo aspetto fa riflettere. Fino ad ora, cioè, l’impressione è che si sia andati alla ricerca di un movente indiziario. Mancano ancora del tutto prove materiali che possano mettere in relazione Giosuè con il duplice omicidio. Ho l’impressione che gli inquirenti si stiano concentrando troppo su questo ragazzo, rischiando di perdere tempo prezioso, tralasciando altri filoni di indagine. Perché siamo convinti che lui non abbia nulla a che fare con il delitto».
In settimana, per più di cinque ore e mezza, la fidanzata del 26enne è stata messa sotto torchio dai due sostituti procuratori titolari dell’inchiesta, Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro, in trasferta a Somma Vesuviana. È stata sentita come persona informata sui fatti e ascoltandola gli inquirenti hanno cercato di ricostruire il pomeriggio del 17 marzo (poco prima delle 20 di quella giornata, Trifone e Teresa furono uccisi in via Interna). Tra gli interrogativi: di cosa hanno parlato al telefono (lei a Somma Vesuviana, lui a Pordenone)? Perché Giosué non ha mai accennato al delitto nell’ultima telefonata, durata oltre un’ora e quando ormai la notizia era di dominio pubblico?
Entro Natale è atteso intanto l’esito delle analisi del Ris di Parma sui quasi 200 reperti a disposizione.
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