In Fvg i nuovi contagi da Covid arrivati dall’estero sono il triplo della media italiana

UDINE. Il numero dei contagi legati al rientro di persone dall’estero in Friuli Venezia Giulia, e specialmente dall’area balcanica, oppure figli del rintraccio di richiedenti asilo, è pari al triplo della media italiana e rappresenta, di fatto, poco meno della metà dei casi registrati in regione nelle ultime due settimane.
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Il dato del Friuli Venezia Giulia, però, è esattamente il triplo se pensiamo che dei 122 nuovi casi accumulatisi in quei sette giorni, ben 55 sono figli di tamponi effettuati su migranti, maggiorenni o minorenni che siano, e su persone di ritorno dall’estero, soprattutto da Paesi dei Balcani come Bosnia, Kosovo, Macedonia e Albania. Effettuando un rapido calcolo percentuale, dunque, ci si accorge di come il parziale delle positività d’importazione tocchi il 45% del totale, quindi esattamente tre volte la media nazionale complessiva.
Non è tutto, però, perché analizzando i dati e dividendoli per singola regione, si scopre come soltanto nella provincia di Bolzano si sia registrata, in quella settimana, una percentuale maggiore di casi dall’estero. In Alto Adige, infatti, il totale dice 51% a fronte, però, di numeri complessivi molto più bassi rispetto al Friuli Venezia Giulia visto che parliamo di 26 contagi d’importazione su 51 totali.
PER APPROFONDIRE:
Il discorso, inoltre, cambia poco se ampliamo il ragionamento e l’analisi agli ultimi quindici giorni, quindi dal 23 agosto fino alla “fotografia” dei contagi comunicata ieri e relativa alla domenica. In totale, entrando nel dettaglio, sono emerse 307 nuove positività in Friuli Venezia Giulia di cui 43 in virtù di tamponi effettuati su migranti e 89 su cittadini che sono andati all’estero, soprattutto nei Paesi dell’ex Jugoslavia per motivazioni di lavoro, per un complessivo di 132 casi di importazione pari al 43% del totale.
A puro titolo statistico, inoltre, si può notare come l’apice (escludendo il 28 agosto, visti i numeri relativamente bassi) si sia raggiunto il 26 dello scorso mese – quando su 33 casi, otto erano richiedenti asilo e dieci di rientro, per una percentuale del 54% – e sabato, nella giornata del “picco” da 49 contagi, al cui interno, però, vanno evidenziati sei migranti e venti residenti in Friuli Venezia Giulia ritornati da viaggi in Kosovo, Macedonia, Romania, Turchia e perfino dal Ghana. Cifre e trend, questi, che allarmano la Regione.
«I due elementi che credo vadano evidenziati con forza – sostiene il vicepresidente Riccardo Riccardi – sono il fenomeno dei rientri dall’estero e quello della sorveglianza dei migranti. Il Friuli Venezia Giulia, in questo senso, non è una regione come le altre, ma, data la sua condizione di territorio di confine, sta pagando un prezzo, caro, in nome di tutta Italia e non può essere lasciata sola, al pari dei Comuni che non devono essere abbandonati al loro destino dallo Stato quando si tratta di minori non accompagnati».
Secondo Riccardi, infatti, il tema non è più «di accoglienza», ma di «sorveglianza sanitaria degli stranieri e di coloro, non pochi, che viaggiano all’estero, specialmente, nei Balcani anche per motivi di lavoro e poi fanno rientro in regione». La strategia, dunque, per il vicepresidente dev’essere chiara. «Il Viminale deve rendersi conto – conclude Riccardi – della necessità di spostare una grande quantità di richiedenti asilo dal nostro territorio anche perché sta aumentando il contagio da già positivo e siamo a poco tempo dall’avvio di due settori chiave nella gestione del virus come la campagna vaccinale e la riapertura delle scuole. La nostra parola d’ordina è convivenza, con il Covid, ma a fianco alla prudenza che pretendiamo nostri cittadini, ci attendiamo anche risposte concrete e precise da chi ha potestà specifiche in materia».
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