In Fvg centinaia di telefonate per il tampone: si pensa di ripristinare il test in auto

UDINE. C’è chi si presenta in Pronto soccorso senza sintomi di alcun genere sperando di essere comunque sottoposto al tampone. Altri telefonano e pretendono l’impossibile per non rischiare di finire in isolamento fiduciario.
Dall’entrata in vigore dell’ordinanza che obbliga i vacanzieri di ritorno da Croazia, Spagna, Grecia e Malta a sottoporsi al tampone entro le 48 ore dal rientro, è partita la corsa al test.
Le Aziende sanitarie hanno già ricevuto una valanga di e-mail e per ridurre l’attesa vaglieranno l’opportunità di riproporre i tamponi drive-in, ovvero in auto.
Intanto l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), per contenere le code, ha deciso di contattare i pazienti nelle 24 ore successive al tampone solo se l’esito è positivo. Le persone che non vengono contattate nei due giorni successivi al test possono sospendere l’isolamento fiduciario.
Tutto questo succede mentre arriva la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede l’obbligo di indossare la mascherina, dalle 18 alle 6, «negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico, nelle piazze e nelle strade dove, per le caratteristiche fisiche, sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e occasionale».
In giornata il governatore, Massimiliano Fedriga, valuterà le ricadute della misura anti contagio che, però, difficilmente rallenterà la corsa al tampone favorita dal ritorno dei friulani dalle vacanze all’estero.
Tra lunedì 17 e martedì 18 agosto la task-force regionale assieme al vice governatore con delegata alla Salute, Riccardo Riccardi, analizzerà la situazione: «Dobbiamo verificare se sull’organizzazione dei tamponi dobbiamo varare altre misure» spiega Riccardi lasciando intendere che tra le ipotesi al vaglio sarà presa in considerazione pure l’attività drive-in già effettuata, nei mesi scorsi, in fiera a Pordenone e a Tolmezzo durante l’emergenza nella casa di riposo di Paluzza.
In queste ore i centralini degli ospedali e dei Dipartimenti di prevenzione continuano a squillare senza sosta. I vacanzieri rientrati da Croazia, Spagna, Grecia e Malta vorrebbero poter fare il test in tempi da record.
La macchina si è messa in moto ma ci sono difficoltà oggettive da superare: il personale che da mesi lavora in prima linea fatica a reggere il peso di una domanda inaspettata e nonostante le Aziende sanitarie siano dispose ad assumere nuovi medici, tecnici di laboratorio e assistenti sanitari, non è facili trovare queste professionalità.
Solo il giorno di Ferragosto, in regione, sono stati refertati 3.300 tamponi. Domenica 16, invece, il numero complessivo ha superato il migliaio. Il numero è diminuito temporaneamente perché nei giorni festivi gli arrivi dal territorio calano: «I test fatti sono comunque il doppio della media registrata finora nei giorni festivi» chiarisce Riccardi nel far notare che il numero potrebbe essere più alto visto che la statistica si riferisce ai tamponi con esito, non comprende i campioni non ancora refertati.
Nei laboratori per favorire le risposte in tempi brevi si mettono a punto nuovi sistemi per aumentare la produttività. Nel laboratorio dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) oltre al metodo testato dalla biologa Stefania Marzinotto, che consente di sequenziare direttamente il materiale senza usare il kit, ora, il gruppo guidato dal professor Francesco Curcio, riesce ad aumentare la capacità di screening grazie a una tecnica basata sull’elevata sensibilità, che consente di analizzare otto campioni per volta.
«Se uno dei pool dovesse risultare positivo – spiega il professore – si procede con l’analisi individuale dei campioni». Questa volta il merito va alla professoressa Daniela Casselli e alle dottoresse Catia Mio e Gabriella Marcon.
Nel rispetto delle prenotazioni vengono eseguiti solo i tamponi prenotati. «Al fine di garantire la risposta nel minor tempo possibile», Riccardi ricorda a tutti che la prenotazione del tampone deve avvenire esclusivamente via mail. Il messaggio di posta elettronica va indirizzato ai Dipartimenti di prevenzione competenti sul territorio.
Sempre Riccardi ricorda a chi rientra da Croazia, Spagna, Grecia e Malta che all’appuntamento deve presentarsi solo l’interessato senza portarsi appresso parenti o amici privi di prenotazione. Nei laboratori privati non va molto meglio. Anche qui lamentano la carenza di reagenti e l’impennata della domanda. —
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