In Friuli un patentino a chi promuove le terapie con gli animali

Sempre più diffuso l’utilizzo in ospedali, case di riposo e centri di riabilitazione. La Regione mette ordine alle procedure. Operatori accreditati entro l’anno

UDINE. I benefici degli interventi assistiti con gli animali sono ormai riconosciuti.

Cavalli, ma anche cani e in generale animali da affezione sono sempre più utilizzati a rinforzo di terapie tradizionali in persone affette da autismo, disabilità, disturbi psichiatrici, ma anche semplicemente fatti interagire con bambini e anziani.

Pet therapy, dai cavalli ai conigli le esperienze in Fvg

A dispetto di quanto si potrebbe comunemente pensare, non basta però possedere una mansueta bestiolina per potersi accreditare come operatori di pet therapy.

Ci vogliono luoghi idonei ad ospitare le attività, operatori formati, ritenuti idonei da un’apposita commissione, quindi inseriti nella piattaforma informatica nazionale (digital pet).

In materia, la Regione si era preparata per tempo: la legge 8 risale al 2012 ma oggi necessitava di un intervento di manutenzione alla luce delle linee d’indirizzo nazionali.

Da qui, l’articolo inserito nella legge Omnibus approvata dalla giunta regionale.

Il disagio degli studenti si cura con la pet therapy

Un articolo il cui fine è istituire una commissione snella e flessibile per certificare i soggetti abilitati a erogare interventi assistiti con gli animali (Iaa) e al contempo accreditare gli istituti di formazione.

«La costituzione della commissione non andava avanti - ha spiegato ieri l’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca -. Abbiamo cercato di capire perché e apportato quindi delle modifiche alla legge che consentiranno di ripartire più spediti».

L’obiettivo è mettere in moto il meccanismo formativo e di accreditamento degli operatori di pet therapy entro il 2018. La pet therapy consiste in attività ludico-ricreative, terapeutiche, riabilitative ed educative con l’ausilio degli animali domestici e stimola le persone a livello motorio e psicologico.

Pet-Therapy per vivere meglio al parco Moretti
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Può essere praticata in strutture sanitarie pubbliche e private, centri di riabilitazione, centri residenziali e semi-residenziali sanitari, case di riposo, centri diurni, scuole di ogni ordine e grado, istituti di detenzione, comunità di recupero, centri privati, fattorie didattiche e sociali, centri gestiti da cooperative sociali.

In base a un accordo firmato da Governo e Regioni sulle linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali, recepite dal Fvg nel 2015, i servizi di pet therapy devono essere erogati da operatori ritenuti idonei dalla commissione regionale.

In groppa a un cavallo e tra gli animali per superare le disabilità

Una volta nominata, questa provvederà alla stesura del regolamento di attuazione della legge regionale 8 del 2012 che disciplinerà anche la parte relativa alle procedure per la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori, con particolare riferimento all’accreditamento dei soggetti erogatori dei corsi, alla formazione degli operatori, all’abilitazione ad operare direttamente sulla banca dati digital pet, alla selezione delle specie animali ammesse ai programmi e alle relative modalità di impiego, ai criteri per la concessione dei finanziamenti.

L’intervento normativo operato dalla Regione rappresenta un passo avanti importante a sentire gli addetti ai lavori che evidenziano però una criticità a oggi irrisolta.

Parola della psicologa e psicoterapeuta Elisa Ciani, specializzata in riabilitazione globale con l’uso del cavallo: «Le spese - spiega - sono oggi a totale carico delle famiglie che al massimo possono portarle in detrazione».

L’auspicio è che in futuro ci possa essere un intervento pubblico a sostegno di chi sceglie di fare ippoterapia e più in generale pet therapy rivolgendosi a personale formato e abilitato.

A questo proposito, Ciani riconosce l’importanza della norma regionale: «Formare il personale è fondamentale - afferma - più che mai nel caso del cavallo. Bisogna sapere chi e come mettere in sella.

E spesso, lo dico per esperienza diretta, molte persone di quelle che propongono attività di questo tipo non hanno una preparazione adeguata».
 

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