In due settimane quasi ottanta contagi Covid in Fvg, la Regione: fermare il virus d’importazione

UDINE. Sei nuovi casi di positività in Fvg, di cui 5 “importati” e uno ancora da indagare. Se mai ce ne fosse bisogno, è la conferma che il rischio di nuovi contagi è correlato all’arrivo o al rientro in regione di persone provenienti da aree in cui Sars-Cov-2 è ancora molto presente.
Consentire che nascano focolai in Fvg «significherebbe vanificare tutti i sacrifici che sono stati compiuti fino ad ora», e questo, secondo l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, non è accettabile. Per cui «il Governo – è la richiesta di Riccardi – deve introdurre le misure necessarie», che significa controlli capillari ai confini.
«La circolazione del virus sul territorio è riconducibile a 4 fenomeni – spiega l’assessore –. Uno è interno, correlato a casi in essere, Il secondo è legato a persone che si muovono dentro il Paese, ed è di oggi un esempio, con una persona positiva proveniente da un’altra regione e giunta in Fvg in ferie. C’è un terzo fenomeno riconducibile alla mobilità transfrontaliera, ovvero a persone che entrano in regione da altri Paesi per lavoro.
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L’ultimo aspetto attiene agli irregolari, e non sono pochi: ne troviamo a decine ogni giorno ai bordi delle strade. E dove nettiamo queste persone che devono essere poste in quarantena? È intuibile che servono strutture ad hoc, per evitare che positivi asintomatici contagino persone già presenti in una struttura, e questo non è tema di competenza della Regione, bensì della Prefettura. Ed è evidente che le quarantene debbano essere omogenee: se si inseriscono persone nuove in edifici già occupati, il rischio è che anziché due settimane le quarantene durino mesi».
«Io credo – prosegue Riccardi – che queste considerazioni siano legittime e credo anche sia agevole comprendere che le operazioni che stanno dietro alla necessità di fare sorveglianza sanitaria attiva, non possano essere sostenute solo dalla Regione».
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Da qui la richiesta, esplicita, di «un rafforzamento delle strutture delle forze dell’ordine per garantire i controlli ai confini e respingere chi non ha titoli per entrare nel Paese. E ribadire questa urgenza non significa manifestare un opinione non buonista rispetto all’accoglienza – chiarisce l’assessore – ma porre una questione di tipo sanitario, che nulla ha a che fare con l’accoglienza».
Rispetto a turisti e rientri, Riccardi indica la via: «anche qui maggiori controlli per intercettare il prima possibile eventuali casi di positività».
Il report sull’andamento dell’epidemia in regione conferma un trend in aumento. Sei i nuovi casi rilevati di cui 5 provenienti a fuori regione e da Paesi come Ucraina e Romania in cui l’epidemia non pare essere sotto controllo. «Il lavoro di tracciamento che stiamo continuano a fare ci consente di tenere la situazione abbastanza sotto controllo, ma senza una vigilanza reale ai confini rischiamo che la situazione si aggravi». E l’andamento delle ultime due settimane lo conferma: dal 24 luglio a sabato 8 agosto sono stati registrati in regione 74 casi di positività, e dagli zero ricoveri di giugno, siamo tornati a 14 con 3 pazienti che necessitano di cure intensive e 11 accolti in altri reparti.
«E quello della domanda ospedaliera – sottolinea Riccardi – che è anch’essa in risalita, è un altro aspetto che non possiamo sottovalutare. Inoltre – prosegue l’assessore – non dimenticherei che stiamo sottoponendo il nostro sistema di sorveglianza sanitaria ad uno sforzo notevole ormai da mesi, e questa cosa non è sostenibile a lungo nel tempo. Per cui: dobbiamo fare attività di prevenzione». E preso atto che i nuovi contagi provengono dall’esterno, «i confini vanno presidiati, perché non è accettabile che qui possa entrare chiunque anche da aree in cui le modalità di affrontare Covid 19 sono lontanissime dalle nostre».
Regole stringenti sugli arrivi da Paesi ad alto rischio, sorveglianza sanitaria sugli ingressi, presidio dei confini per evitare l’afflusso incontrollato di migranti provenienti dalla rotta balcanica. «In questo lavoro indispensabile per evitare l’avanzata di ondate epidemiche, il Fvg non può essere lasciato solo. Il Governo – conclude Riccardi – deve fare la propria parte».
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