L’addio a Giorgio Jus con bandiere e fiori gialli e blu: «Un friulano straordinario»
I funerali in marilenghe. Il ricordo di tanti amici. Il tarcentino negli anni Settanta disegnò l’aquila che oggi ci accompagna

Le bandiere gialle e blu sventolano sul sagrato del duomo di Tarcento, coronate dal grigiore di un cielo che bagna i presenti. All’interno della chiesa, una bara ricoperta di rose gialle e ortensie blu, avvolta nella bandiera friulana. La comunità del Fruli ha salutato così Giorgio Jus, il tarcentino che negli anni Settanta disegnò l’aquila che oggi ci accompagna.
Una serie di stendardi posizionati ai piedi dell’altare e ancora bandiere a ornare il feretro dell’uomo che ha dato un simbolo a tutti i friulani. Numerosi i presenti ai funerali celebrati in lingua friulana da don Adolfo Volpe. A fianco dei parenti, presenti gli amici di una vita, i compagni e i tanti conoscenti che hanno voluto stringersi attorno per un ultimo ricordo.

Jus, che ha lungamente lottato per la patria, firmò nel 1966 l’atto costitutivo del Movimento Friuli, dimostrandosi negli anni a venire portare di interessi comuni, come nel caso della raccolta firme per l’istituzione dell’Università di Udine.
Tanti i pensieri che si sono susseguiti al termine della cerimonia, rigorosamente in lingua friulana, a partire dal primo cittadino, Mauro Steccati che lo ha ricordato come «un uomo di valore e di valori. Ce lo ricorderemo sempre con il suo modo di presentarsi, con la coccarda gialla e blu puntata sulla giacca, sempre pronto a parlare del Friuli con la grande competenza che portava con sé, ma senza mai esaltarsi. Siamo numerosi qui: persone, autorità, uomini di ieri e di oggi, amici. Questo è il messaggio che Giorgio ha lavorato tanto e bene per la nostra terra».
A suo supporto, l’intervento del consigliere regionale Elia Miani che a sua volta ha evidenziato come «Jus è stato un friulano straordinario.
Lo ricordiamo per essere uno dei fondatori del Movimento Friuli, ma soprattutto l’autore di quel disegno dell’aquila, di quella bandiera, che troviamo nel mondo, nei diversi fogolârs furlans, nelle case ed ancor di più nei cuori di coloro che sono lontani dalla nostra terra. Tutti noi ci identifichiamo in quel disegno, diventato collettivo, oltre che un’opera d’arte collettiva».
E ancora amici, primo fra tutti Dino Franzil, compagno di scuola, che in un commovente scritto ha ripercorso la vita di Jus, dalle battaglie ai racconti per le strade tarcentine, rivolgendo all’amico un pensiero dal cuore: «Tu, esperto, ci spiegavi la storia con estremo orgoglio: siamo sicuri che quella bandiera, svolazzando nel vento, manterrà certo e vivo il tuo ricordo».
A conclusione, il dolce pensiero di Caterina Tomasulo, Catine, che Jus lo aveva conosciuto e vissuto tra i tavoli dei bar. A lui un grande grazie per l’immensa gentilezza dimostrata e per le dolci parole sempre pronte verso il prossimo.
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