Il rito in latino richiama sempre più fedeli alla Santissima

«Chiediamo al vescovo monsignor Giuseppe Pellegrini di istituire una parrocchia rituale diocesana alla Santissima. Un polo per le celebrazioni col rito antico». Natale Vadori e Giordano Brunettin con...

«Chiediamo al vescovo monsignor Giuseppe Pellegrini di istituire una parrocchia rituale diocesana alla Santissima. Un polo per le celebrazioni col rito antico». Natale Vadori e Giordano Brunettin con i volontari del gruppo Una voce hanno riempito l’antico tempio cristiano a Natale. Tanti i fedeli pendolari, anche dal Veneto, per le celebrazioni in latino con rito preconciliare. «Invitiamo sua Eccellenza il vescovo Pellegrini a una visita – è il desiderio espresso da Brunettin e Vadori –. Le nostre celebrazioni sono un atto di fede cristiana, forte e sincero. A San Silvestro abbiamo intonato il “Te Deum” di ringraziamento».

Don Bernardino Del Col celebra in latino e riempie di fedeli la Santissima. Il ritorno al sacro è uno dei fenomeni che la crisi amplifica nella storica chiesa di via San Giuliano. «Aumenta la partecipazione alle messe con rito antico e siamo contenti della grande disponibilità di don Bernardino – ha misurato Brunettin, segretario del gruppo, con il presidente Vadori –. Speriamo di potere organizzare le celebrazioni anche per impartire i sacramenti: lo chiedono tanti cattolici».

Nella Santissima gli spazi sono in gestione comune con gli ortodossi romeni. «Problema cronico è la chiesa condivisa: i fratelli romeni hanno diritto a una chiesa autonoma – rilanciano Vadori e Brunettin –. La convivenza è difficile a causa del fatto che dobbiamo montare e smontare l’altare ogni volta: in questo tempio cristiano celebriamo in latino dal 1991». L’ecumenismo è un valore e non si discute. Ma i tradizionalisti della liturgia antica lo dicono chiaro: chiedono più spazio e tempo per i loro riti. L’altare è mobile: montato e smontato per fasce orarie, a seconda delle religioni e dei riti. Si incastra a forza di muscoli (servono tre uomini) tutte le domeniche, alle 9, per celebrare il culto romeno ortodosso. Si smonta dopo tre ore e, alle 17, montano l’altare con paramenti e candele i cultori del rito latino-gregoriano del gruppo cattolico. La messa preconciliare alle 18 nelle festività cattoliche è un punto di riferimento per la rinnovata spiritualità di cristiani che fanno i pendolari da San Vito, Maniago, Spilimbergo e Sacile. Dopo le 20, l’altare smobilita. «La nuova chiesa romena non va avanti a causa della crisi: servono soluzioni alternative per gli ortodossi – ha confermato Brunettin –. Le sofferenze sugli spazi condivisi sono di tutti».(c.b.)

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