Il rettore Pinton: «Tremonti, il notaio gentile che fondò l’università e sferzò i politici»

Udine, fu tra i più strenui promotori della costituzione dell’ateneo friulano: un esempio di impegno

Saranno celebrati giovedì 3 settembre i funerali di Marino Tremonti, ex presidente del Comitato per l’Autonomia dell’università udinese e, negli anni Cinquanta, esploratore di vette inviolate dall’Africa alle Ande, dall’Himalaya al Canada. Il notaio Tremonti che aveva 95 anni , nel 1978 tenne a Roma la relazione del comitato davanti alla commissione parlamentare. Così lo ricorda il rettore dell’ateneo friulano.

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Per quanto nell’ordine delle cose, non si è mai preparati abbastanza alla perdita di un padre. Rimangono i ricordi, i tratti, i valori, l’eredità e la voglia di assomigliare a chi ci ha lasciati.

Il notaio Marino Tremonti era uno dei padri fondatori dell’università di Udine. Il suo profilo, gentile ed elegante, era quello di un appassionato sportivo che amava la montagna e le vette più impervie, di un professionista determinato e un tenace assertore della centralità dell’università friulana nel contesto del territorio regionale.

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Non fu solo, come da molti giustamente ricordato, tra i fondatori del Comitato per l’università friulana che ebbe anche modo di presiedere; non fu solo colui che seguì tutte le fasi e il processo di nascita dell’ateneo dal punto di vista giuridico, presentando alla competente commissione parlamentare, nel 1978, la proposta di legge popolare per l’istituzione dell’ateneo. Fu anche colui che sferzò in maniera forte e autorevole, le forze politiche friulane a fare proprie con convinzione quelle istanze popolari che chiedevano l’università friulana, ancor prima del sisma del 1976.

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A guardare l’università di Udine oggi, una riconosciuta realtà di formazione superiore con una solida reputazione scientifica, si può dire: missione compiuta!

Tuttavia, mi piace ricordare quanto disse, poco più di due anni fa, in occasione della presentazione del libro per i 40 anni dell’ateneo e dopo aver ricevuto l’ennesimo riconoscimento per il suo operato, dalle mani dell’allora Rettore De Toni.

«Questa università vuol dire moltissimo per il Friuli ed essere stato tra i propulsori mi onora e mi riempie di gioia. Faccio i migliori auguri per i futuri secoli dell’ateneo, che mi auguro continui a essere quello per cui è stato istituito con la legge per la ricostruzione post terremoto, cioè come ente per il progresso di tutto il Friuli. Resta ancora molto da fare: finora l’università di Udine ha raggiunto grandi risultati, ma non è ancora valutato per quello che realmente può dare».

In queste parole, chiare e concrete, sta da una parte un incoraggiamento agli uni, il territorio, perché dia sempre più fiducia all’università valorizzandone il ruolo, dall’altra una sollecitazione agli altri, la comunità accademica, perché continui a guadagnarsi questa fiducia. E a tutti noi uno sprone perché si guardi sempre in alto e non si perda la voglia di crescere insieme, condividendo impegno e passione per gli ideali in cui si crede.

Pur non avendolo conosciuto a fondo, ma solo in contesti istituzionali e accademici, a cui la sua presenza era immancabile, questo è il ricordo più vivo che porto del notaio Marino Tremonti: una rara miscela di garbo e determinazione, pacatezza e concretezza, a cui vorrei davvero un po’ assomigliare. —

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