Honsell ricorda il notaio Tremonti: "Nel suo studio la prima sede dell'Università di Udine"

L'ex sindaco e rettore: grazie alla sua energia l’ateneo e i politici ebbero la forza di richiedere la facoltà di Medicina e ulteriori corsi di laurea qualificanti come Matematica, Filosofia, Giurisprudenza

UDINE. Dobbiamo essere consapevoli di avere un debito di gratitudine e riconoscenza immenso nei confronti del notaio Marino Tremonti per la sua intelligente e instancabile opera a favore dell’università di Udine.

Il suo ruolo è stato essenziale in tutte le fasi che portarono alla nascita dell’Università di Udine. Fasi che, val la pena di ricordare, furono di vera e propria “lotta” per emancipare un territorio fino ad allora sfruttato dalla Storia e dai potenti di turno. Come ricorda lo stesso Marino Tremonti in alcuni suoi scritti «L’università è un servizio sociale. Sembrerà strano sentir parlare di “lotta” a questo proposito!».

Tremonti fu il notaio che redasse l’atto di costituzione del Comitato per l’università friulana nel 1972 i cui delegati il 1° dicembre 1975 dichiararono alla cancelleria della Corte di Cassazione a Roma di voler promuovere una legge di iniziativa popolare concernente l’“Istituzione dell’Università statale del Friuli e di eleggere domicilio in Udine presso lo studio del notaio, dottor Marino Tremonti”.

Marino Tremonti fu colui che autenticò le prime firme di quell’epopea che fu la raccolta delle altre 120.000 conclusasi nelle tendopoli del terremoto. Il suo studio fu dunque la prima sede della nascitura università. Tremonti più di chiunque altro può dunque vantare il titolo di padre di quell’impresa civile straordinaria che fu la costituzione dell’università di Udine.

Ma Marino Tremonti fu anche colui che con lucidità straordinaria, instancabile impegno, ferrea tenacia, amorevole passione e assoluto rigore proseguì l’opera di Petracco dopo la sua scomparsa. A Tremonti si deve la guida del Comitato che accompagnò e fece pressione costante dopo l’avvio dell’università, presso tutti i rettori, di non accontentarsi mai di quanto già raggiunto, perché il popolo friulano meritava molto di più: meritava un’università completa.

Grazie alla sua energia l’università e i politici ebbero la forza di richiedere la facoltà di Medicina e ulteriori corsi di laurea qualificanti: Matematica, Filosofia, Giurisprudenza. Negli otto anni in cui fui rettore mi sono consultato sovente con lui, come penso abbiano fatto i miei predecessori, per decidere su come affrontare i temi con i politici e le università vicine, che all’epoca erano piuttosto ostili alla crescita di Udine: vedevano il Friuli solo come un serbatoio di studenti dai quali attingere le tasse universitarie.

Lo sguardo di Marino Tremonti, sempre sereno e azzurro, che spingeva determinato ad andare più in alto con passione, ma mai con rabbia, perché animato dalla convinzione di operare per il riscatto di un popolo attraverso la cultura, la ricerca e la conoscenza, sono il ricordo che vorrei consegnare qui oggi. —
 

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