Il giallo di Fontanafredda, gli amici della vittima: «Siamo sconvolti, Alessandro si faceva voler bene da tutti»
Il ricordo del 48enne trovato morto dietro una siepe: era sempre allegro nonostante la malattia degenerativa con cui conviveva. Alessio Piccoli: «L’ho visto lunedì a pranzo, doveva andare allo stadio col mio abbonamento»

«Alessandro Coltro era una persona a cui tutti volevano bene». Alessio Piccoli consigliere comunale e titolare dell’”Osteria 77” in viale Lacchin ha ricostruito, gli ultimi contatti con l’amico morto: una tragedia che ha colto tutti di sorpresa. «Sconvolti». Era questo il commento unanime degli amici nei bar in viale Lacchin dove Alessandro si fermava spesso. Quel dolore e quello sgomento sono stampate sulle facce degli amici sacilesi che hanno saputo della morte violenta di Alessandro: è un “giallo” difficile da risolvere e da comprendere.
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I ricordi servono a tutti per razionalizzare il dolore, quel senso di stordimento che blocca i pensieri.
«Gli avevamo consegnato l’abbonamento per il match dell’Udinese – ha continuato Piccoli al “77” –. Alessandro doveva trovarsi con un amico per prendere accordi e, invece, lunedì sera è mancato all’appuntamento. Gli ultimi contatti al cellulare su Whatsapp sono stati alle 19.30. Poi più nulla e non capiamo quello che può essere successo». Una brutta storia che a Sacile lascia una scia amara perché Alessandro era per tutti una persona coraggiosa, forte, nonostante la malattia degeneratica con la quale era costretto a convivere.
La storica compagnia degli amici appassionati di calcio aveva per Alessandro una simpatia speciale: la stessa anche tra i clienti del bar “Cristallo”, a pochi metri di distanza lungo il viale. «Gestiva il suo problema fisico con una forza straordinaria – ha ricordato Gregorio Giust, che lo incontrava spesso tra i tavoli del Cristallo –. Era simpatico e solare: siamo di generazioni diverse e non ero in relazione con Alessandro. Ma aveva una simpatia istintiva che coinvolgeva e lo ricordo con il dispiacere aggiunto di una morte incomprensibile». L’impressione comune al bar? «Quella di una brava persona – ha aggiunto Giust –. Quello di un uono semplice e tranquillo, con la passione del calcio e con tanti amici». Non c’erano barriere per Alessandro. «Soffriva di una patologia cutanea al volto e gestiva il suo problema fisico con una grinta da leone e con naturalezza – ha aggiunto un amico –. Era questa la sua grande forza, la stessa all’interno della famiglia e delle relazioni con gli amici».
Era solare, adorava il calcio e la caccia, la compagnia degli amici. «Indimenticabile Alessandro». È questo il sentimento corale per un sacilese che abitava a Nave ma passava in città i momenti liberi. Poi i ricordi si interrompono: è difficile andare avanti quando si è costretti a fare i conti con una morte improvvisa, inattesa e dolorosa. Quella di un amico che se n’è andato senza una ragione apparente.
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