Il genio di Arturo Malignani in mostra nella “sua” scuola

Una torre di cemento armato per emulare la Tour Eiffel, progettata nel 1910 con ben 30 metri in più d’altezza, e un’auto elettrica ideata nel 1890 con l’applicazione di una dinamo alimentata da pile che fu utilizzata fino al primo decennio del Novecento come taxi a Berlino. Sono solo alcune delle chicche “custodite” all’interno del percorso didattico permanente dedicato ad Arturo Malignani, l’inventore e innovatore friulano che ebbe il merito di portate la luce a Udine accanto a Londra e New York.
La mostra, una sequenza di 35 pannelli, è stato inaugurata sabato ed è ora visibile – assieme a molti libri e alcuni oggetti, tra cui le prime lampadine create per gli esperimenti – nei corridoi dell’istituto udinese che porta il cognome del genio, a rappresentare l’omaggio della scuola e degli studenti alla sua memoria e come tappa finale della serie d’iniziative che quest’anno sono state organizzate in occasione del 150º anniversario dalla sua nascita. Un fil rouge collega gli oltre trenta pannelli, una sintesi dei suoi molteplici interessi che si sono poi tradotti nelle sezioni in cui oggi è strutturata la scuola, realizzati da 67 studenti di cinque classi, assieme a oltre 40 docenti, con una grafica giovane e immediata. Ogni indirizzo, pur mantenendo le proprie peculiarità, ha cercato di raccontare un pezzetto della storia e di dipingere ognuna della passioni di Malignani, che spaziarono dalla chimica alla meccanica, dall'elettronica – lui stesso si definiva un elettrotecnico – alle costruzioni (creò l’industria friulana del cemento), per finire con l’astronomia e la meteorologia, come testimoniano gli strumenti ancora conservati nella Torre-osservatorio della residenza udinese dei Malignani.
«Ognuno di noi ha ricercato e approfondito un lato di questo grande inventore – hanno spiegato Chiara e Tommaso, due degli studenti che hanno partecipato al progetto – e il nostro lavoro è sfociato in un unico risultato per riassumere le sue tante passioni e l’eterogeneità dei suoi interessi. Così con uno sguardo al passato e uno al futuro potremo capire meglio il nostro presente». Un punto di partenza per offrire ai futuri allievi del Malignani una vicenda umana esemplare e avventurosa proiettata nel futuro, ma anche patrimonio dell’intera collettività friulana, italiana ed europea, secondo il preside dell’istituto Andrea Carletti. Un compagno di viaggio, pronto a ricordare agli studenti che con la passione e l’impegno si può ambire a grandi risultati, nonchè un modello al quale ispirarsi, ha aggiunto il dirigente, che sproni i giovani a diventare imprenditori di se stessi. E sullo stesso concetto si è soffermato anche il bisnipote dell’innovatore. «A soli 23 anni – ha osservato Federico Malignani –, Arturo era già l'inventore che oggi noi tutti conosciamo, a dimostrazione che le capacità dei giovani sono infinite».
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