Il Consiglio: in viale Venezia autovelox e svolte vietate

Attesa l’autorizzazione della Prefettura per installare un telelaser fisso. L’assessore Pizza: nelle vie Firenze e Gabelli si arriverà dalle corsie per veicoli lenti

UDINE. In viale Venezia non si potrà più svoltare a sinistra. Arrivando da Pasian di Prato o da piazzale XXVI Luglio per imboccare via Firenze o via Gabelli gli automobilisti dovranno immettersi, attraverso i varchi che saranno ricavati nello spartitraffico, nelle corsie per i veicoli lenti.

Considerato che una volta eliminate le svolte a sinistra il viale inviterà ad aumentare la velocità, il Comune installerà un autovelox fisso proprio all’imbocco di via Firenze. Per farlo però deve attendere l’autorizzazione dalla Prefettura, la quale ha già ottenuto un parere favorevole di massima dalla polizia stradale.

La denuncia: a Udine viale Venezia come Indianapolis FOTO
Udine 14 Dicembre 2013 Viale Venezia incidente TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti

L’investimento complessivo ammonta a circa 140 mila euro (40 mila è il costo dell’autovelox) e i lavori partiranno entro l’anno.

«Potremmo essere uno dei primi Comuni in Italia a installare un autovelox fisso» ha spiegato, ieri sera, in consiglio comunale rispondendo all’interrogazione presentata da Loris Michelini (Lista civica), l’assessore alla Mobilità, Enrico Pizza, ricordando che gli autovelox fissi sono ammessi solo lungo le autostrade e le tangenziali.

Da qui la necessità di ottenere il permesso dalla Prefettura. «Il viale è lì da secoli, ma a renderlo pericoloso è il comportamento degli automobilisti» ha aggiunto Pizza facendo notare che per rilevare la velocità è necessario l’autovelox fisso anche perché la pattuglia non avrebbe lo spazio per operare.

Il forno crematorio

Il Comune sta cercando i fondi per realizzare un nuovo forno crematorio nel cimitero di San Vito. La nuova struttura, come ha spiegato l’assessore in aula, rispondendo all’interrogazione presentata da Franco Della Rossa (Innovare), sorgerà in via del Calvario e sarà dotata della sala del commiato per le cerimonie laiche.

Il progetto è urgente perché l’attuale impianto è obsoleto e richiede continue manutenzioni.

La potatura degli alberi

Entro l’anno gli operai del verde pubblico poteranno gli alberi in via Campoformido. L’ultima volta l’hanno fatto nel 2009, ovvero sei anni fa. «L’intervento è già programmato» ha assicurato Pizza al consigliere grillino, Fleris Parente, secondo il quale gli interventi effettuati a distanza di sei anni non garantiscono la sicurezza. «In presenza di vento - ha replicato Parente - i rami cadono sulle auto in sosta. Bisogna intervenire ogni anno».

Ma l’assessore ha definito la improponibile. Il motivo è presto detto: «In città si contano circa 8 mila alberi, tenuto conto che per ognuno la potatura cosa circa 200 euro, si andrebbe a spendere 1 milione 600 mila euro, tanto quanto il Comune riesce a spendere in un anno per la manutenzione di tutto il verde pubblico».

La potatura annuale delle piante, insomma, non consentirebbe altri interventi neppure nelle aree verdi cittadine.

La campana dell’Arengo

La campana dell’Arengo continua a non suonare e, salvo colpi di scena, resterà muta ancora per diverso tempo. A chiedere chiarimenti è stato il consigliere, Natale Zaccuri (Identità civica), facendo notare che «un insolito destino ha colpito la campana» quando, ormai un anno fa, il batacchio finì a terra fortunatamente senza provocare danni alle persone.

«Per riposizionare la campana e mettere in sicurezza la struttura servono 17 mila euro più Iva e a bilancio non abbiamo a disposizione l’intera cifra» ha spiegato l’assessore al Patrimonio, Carlo Giacomello, auspicando che i contatti in corso con alcuni privati interessati a finanziare l’intervento vadano a buon fine.

La seduta

Quella di ieri sera è stata una seduta anomala del consiglio comunale durante la quale sono state analizzate solo le mozioni e le interrogazioni presentate per lo più dall’opposizione.

La conferenza dei capigruppo ha deciso di indire due sedute al mese proprio per non accumulare mozioni e interrogazioni inevase.

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