La denuncia: a Udine viale Venezia come Indianapolis FOTO

Residenti e commercianti: «Va ripensata la viabilità. Rotatorie al posto di alcuni semafori»
Udine 14 Dicembre 2013 Viale Venezia incidente TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti
Udine 14 Dicembre 2013 Viale Venezia incidente TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti

UDINE. Viale Venezia si porta da tempo impressa l’etichetta di strada più pericolosa della città. Lo dicono le cifre, oggettive, relative al numero di incidenti, purtroppo anche mortali, che nel corso degli anni si sono verificati su una delle principali arterie di collegamento tra Udine e i comuni dell’hinterland e anche la soggettività delle opinioni personali.

Basta una giornata trascorsa ad ascoltare le opinioni e le lamentele dei residenti e dei commercianti della zona per capire, infatti, come il tema della sicurezza delle persone, legata all’alta velocità con cui sfrecciano le automobili anche nelle strade interne, e l’assenza di un adeguato numero di parcheggi rappresentino il principale atto d’accusa nei confronti degli amministratori locali.

«Da quando è stato realizzato lo spartitraffico centrale – ha spiegato Giorgio Andreucci che da 30 anni gestisce il negozio ortoalimentare a due passi dalla Questura – il numero degli incidenti è aumentato a dismisura, specialmente in orario serale quando l’illuminazione è precaria e, di fatto, non si vede nulla.

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Non cambia nulla, poi, nemmeno nel controviale che dovrebbe essere utilizzato da residenti e commercianti e dove, invece, gli automobilisti corrono come pazzi. Un altro grande problema è legato agli stalli di sosta: sono insufficienti e la gente non rispetta nemmeno quelli destinati alle operazioni di carico e scarico del materiale».

È sulla stessa lunghezza d’onda Salvatore Pruiti della pizzeria Casanova.

«Le note dolenti sono tante – ha detto –: dalle voragini che si formano sull’asfalto quando piove, ai marciapiedi che avrebbero bisogno di maggiore attenzione, ma sicuramente è l’alta velocità a rappresentare il vero nodo cruciale.

Nessuno rispetta il limite di 50 chilometri orari e in particolar modo quando cala il sole nei mesi estivi più che in un viale cittadino sembra di trovarsi a Indianapolis. Avremmo bisogno dell’installazione di almeno un paio di telecamere per il controllo della velocità e, secondo me, anche una serie di lampeggianti per segnalare agli automobilisti gli attraversamenti perdonali visto che le strisce sono inesistenti o, nel migliore dei casi, fatiscenti».

«La verità è che qui sfrecciano all’impazzata in qualsiasi momento – gli ha fatto eco Roberto –. La nostra è una via pericolosissima in cui gli incidenti sono all’ordine del giorno e in cui prima di attraversare la strada devi controllare chi arriva una mezza decina di volte perché nessuno rallenta e le strisce non sono visibili dall’interno delle auto. Poi non ci sono parcheggi e non sappiamo dove lasciare i nostri mezzi: un danno non da poco sia per chi deve recarsi in Questura sia per i negozianti della zona».

Una soluzione, o almeno un possibile palliativo, lo indica invece Giuseppe che da una vita lavora come autotrasportatore e serve i principali negozi della zona.

«Personalmente eliminerei un paio di semafori – ha sostenuto – e li sostituirei con una serie di rotatorie che, di fatto, obbligano a rallentare e permettono anche uno snellimento del traffico. In viale Venezia non è raro osservare camion che superano abbondantemente i 100 chilometri orari. Per non parlare di quanto sia pericoloso cercare di passare da una parte all’altra della strada.

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Non soltanto perché gli attraversamenti pedonali sono distanti tra loro, ma anche perché se qualcuno rallenta rischia seriamente di essere tamponato da chi lo segue. Quanto ai parcheggi, l’amministrazione comunale farebbe bene a sacrificare una parte del parco Moretti per realizzare qualche stallo in più a favore dei residenti e dei commercianti della zona perché, in tutta franchezza, non c’è mai un posto libero nemmeno nelle strade laterali».

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