Il caso del notaio Conte su "Mi manda Raitre"

UDINE. Lo hanno cercato, atteso e infine trovato. Ma lui, nonostante la telecamera pronta a filmare la sua dichiarazione - un’autodifesa, dopo quella sostenuta dai suoi legali in aula, o meglio ancora, le sue scuse a tutte le persone tradite dal suo comportamento -, ha preferito non rispondere.
È salito in macchina e se n’è andato. Lasciando che a raccontare la sua storia fossero, ancora una volta, i mass media e le oltre cinquanta parti civili del processo che, una decina di giorni fa, lo ha condannato a sei anni di reclusione per un lungo elenco di episodi di peculato.
Era dedicata al caso del notaio Fabio Conte, riconosciuto colpevole di avere intascato quasi 600 mila euro di imposte di registro consegnategli dai suoi clienti e mai versate all’Agenzia delle entrate, la puntata serale di martedì scorso di “Mi manda Raitre” condotta da Salvo Sottile.
Realizzato a Udine nei giorni scorsi dal giornalista Mauro Casciari, pungente e accorta ex Iena, il servizio è stato arricchito dagli interventi in studio di Barbara Puschiasis, presidente della Federconsumatori del Friuli Venezia Giulia, del presidente del Consiglio notarile di Udine e Tolmezzo, Giancarlo Suitner, e di alcuni dei clienti rimasti gabbati dal notaio, oltre che dall’immagine di alcune pagine del Messaggero Veneto.
Nei circa trenta minuti di servizio, dopo un’ampia presentazione di Udine e di quanto di più bello il capoluogo friulano possa offrire, Casciari ha fatto tappa in alcuni dei punti della città abitualmente frequentati dal notaio: dalla sede del suo vecchio studio, oggi senza più targhetta, all’abitazione di via Aquileia dove si è da poco trasferito. Ed è proprio lì, a pochi metri dalla sua nuova abitazione, che si trova una delle tante “vittime” dei suoi maneggi contabili: l’edicolante.
«Ci sono di mezzo anch’io – ha raccontato nell’intervista –. Un giorno mi è arrivata la lettera di Equitalia. Ho chiesto al notaio come fosse possibile? E lui mi ha risposto che era tutto a posto».
Alla Puschiasis il compito di ribadire i diritti dei cittadini e ricordare l’assurdità di «ritrovarsi notificati gli avvisi di liquidazione delle Entrate affinchè pagassero le imposte». Quelle non versate da Conte, appunto, per fare la bella vita. E lui cosa risponde? «Guardi – ha tagliato corto montando in auto – i miei probelmi hanno natura penale e vengono trattati nei tribunali».
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