Gli ex sindaci di Udine: «Poco opportune le parole di Fontanini»
C’è chi se l’è cavata con la diplomazia, chi è andato all’attacco, chi ha richiamato la propria esperienza a palazzo D’Aronco. Tre ex sindaci di Udine, Sergio Cecotti, Furio Honsell ed Enzo Barazza, intervengono per commentare le dichiarazioni dell’attuale primo cittadino, Pietro Fontanini, che ha ammesso di non sentirsi il sindaco di tutti, ma solo di quella parte di udinesi che l’ha votato. «Ognuno dà una sua interpretazione di cosa significa essere sindaco, e di certo non facendo commenti sulla cronaca quotidiana, ma esercitando un ruolo con un certo stile nel momento in cui è chiamato a ricoprirlo - esordisce Cecotti -. Ho avuto l’onore di essere sindaco per due mandati, spero in modo adeguato e nell’interesse di tutti i cittadini. Questa è l’interpretazione che do del ruolo, e non voglio aggiungere altro. Ognuno è libero di definire come meglio crede la mia esperienza, ma è chiaro che il modo in cui l’ho interpretata corrisponde al modo migliore di farlo. Ho cercato - conclude - di insegnare prima a me stesso come le cose dovevano essere fatte per il bene dell’amministrazione e della città».
Più duro Honsell: «Mi auguro che quella frase sia sfuggita all’attuale sindaco, in quanto l’imperativo per chi ricopre quel ruolo è rappresentare tutte le componenti della città. Soprattutto oggi, in cui molte persone non si riconoscono più nella politica e decidono di disertare le urne, il sindaco deve dare un esempio di responsabilità, di inclusione, di rappresentanza. Questo perchè un Comune, in quanto tale, non deve lasciare indietro nessuno dei suoi cittadini». Per Honsell è corretto che un sindaco abbia le sue idee, «ma deve saper ascoltare e interpretare anche le altre posizioni, proprio per evitare di escludere dalla vita pubblica qualcuno dei suoi protagonisti». L’attuale consigliere regionale prosegue così: «Una frase del genere pronunciata dopo 4 anni dal suo insediamento, sta a dimostrare quale sia stata l’ispirazione dell’attuale sindaco, che sta amministrando continuando a portare avanti scelte divisive, tracciando un solco netto tra chi è con lui e chi è contro di lui. Ascoltare le sue parole mi ha lasciato allibito, perchè un sindaco deve essere di tutti, e non può certo riferirsi solo a una parte, peraltro minima, della popolazione».
Honsell è convinto che un primo cittadino «non debba piegarsi alle ragioni altrui, ma debba fare uno sforzo per comprenderle e per ascoltarle, perchè solo in questo modo si può dare vita a una società coesa».
Chi si dice stupito dalle affermazioni del sindaco Fontanini, è Barazza: «Non condivido le parole del primo cittadino, seppur riferite a un argomento specifico. Un sindaco, una volta eletto, rappresenta tutta la comunità cittadina, e deve dimostrare una sensibilità maggiore anche nei confronti di chi non la pensa come lui. Ogni sindaco ha delle proprie posizioni personali e una propria formazione culturale e politica, tuttavia nell’attività amministrativa deve sforzarsi di rappresentare anche chi la pensa diversamente da lui. Deve confrontarsi con questa parte di società, non voltarsi dall’altra parte dichiarando che non se ne sente il rappresentante». Per Barazza le parole di Fontanini «rischiano di accentuare le divisioni, e non è questo il momento migliore per farlo. Ritengo sia il momento per ricercare, invece, punti di incontro e superare tutti assieme le difficoltà, facendo uno sforzo comune a ogni livello». —
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