Gestione dell’acqua: gli “antagonisti” di Sel sfidano la maggioranza

TRIESTE. Sull’enunciazione generale secondo cui “l’acqua è un bene pubblico” sono tutti d’accordo. Ma quando dai principi si passa alle norme, l’idillio si dissolve. Iniziano i distinguo, le interpretazioni, le “diverse sensibilità”, ricorrendo a un’espressione inflazionata nei palazzi della politica.
Piuttosto agitata la vigilia della discussione della proposta di legge sull’organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, a firma Vittorino Boem (Pd), Giulio Lauri (capogruppo Sel), Pietro Paviotti (capogruppo Cittadini) e Diego Moretti (capogruppo Pd) in programma oggi in Consiglio regionale.
Il testo è stato firmato dai tre capigruppo di maggioranza, ma sull’approvazione si allunga l’ombra di qualche franco tiratore.
Sotto le ceneri cova, una volta ancora, lo scontro all’interno di una Sel sempre più di lotta e di governo, con il capogruppo Lauri che sottoscrive la proposta di legge, e l’accoppiata Marco Duriavig, coordinatore regionale, e Stefano Pustetto, consigliere regionale, che mette i puntini sulle “i”, e attacca pesantemente il Partito democratico per «quanto successo in Parlamento, dove il Pd in Commissione ambiente ha offeso il risultato dal voto espressa da milioni di cittadini nel referendum del 2011 ed ha stralciato l’articolo che prevedeva l’istituzione della gestione pubblica dell’acqua».
«A livello regionale - affermano - di fronte alla proposta di legge per il servizio idrico in discussione in consiglio, l’unico modo per evitare gli stessi errori è votare i nostri emendamenti, con cui introduciamo la garanzia del diritto all’acqua per tutti attraverso la fornitura senza oneri di 50 litri al giorno per persona, e l’impegno della Regione e degli Enti locali nel favorire ed incentivare l’istituzione di enti gestori di diritto pubblico a partire dai gestori esistenti».
Lauri butta la proverbiale acqua sul fuoco, e spiega: «L’acqua è un bene comune, il suo accesso un diritto umano universale: e la sua gestione deve essere pubblica, ma l’individuazione di un’autorità unica in grado di programmare gli interventi nell’intera Regione non si può più rimandare. Il Fvg si colloca agli ultimi posti nella classifica delle regioni relativa alla percentuale di popolazione allacciata ad impianti di depurazione efficienti. Quasi la metà della popolazione scarica le acque reflue nel suolo e questo peggiora innanzitutto la qualità delle acque sotterranee che lasceremo alle generazioni future. Siamo a un passo dalle sanzioni Ue che potrebbero pesare sul Fvg per 66 milioni di euro l’anno, a partire da quello in corso, fino al completamento del sistema di depurazione regionale, un esborso che aprirebbe una voragine nel bilancio regionale».
Lauri chiude: «Inutile attendere la riscrittura dello statuto per affrontare il tema dell’acqua. Entro i limiti della norma nazionale, noi votiamo in Regione una legge che affida la gestione dell’acqua a soggetti pubblici: la Regione delegherà ai territori interventi e investimenti sull’acqua. Concordo sul giudizio negativo su quanto avvenuto in Parlamento, ma in Fvg la storia è completamente diversa». (g.s.)
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