Frase choc di Federcaccia: "Hanno ucciso solo un cane"

UDINE. È un episodio «comunque avvenuto nei confronti di un animale e non di un essere umano e questa differenza non può essere dimenticata mai».
Basterebbero queste parole per sintetizzare – da un certo punto di vista – l’intervento peraltro articolato e puntuale che il presidente regionale della Federcaccia, l’avvocato Paolo Viezzi, ha inteso fare attraverso un comunicato in relazione alla vicenda accaduta a San Daniele.
Sull’episodio dell’uccisione «di un cane da parte di un individuo mediante l’uso di un’arma e alle tante discussioni che ne sono seguite – scrive l’avvocato Viezzi – Federcaccia Fvg intende precisare quanto segue». Al primo punto, sottolinea che, «se le ipotesi di reato descritte dai giornali dovessero tradursi in contestazioni giudiziarie, Federcaccia si costituirà parte civile nei confronti del responsabile per la grave lesione dell’immagine dei cacciatori che con quel gesto ha provocato».
Ciò detto continua Viezzi – «un’ipotesi di reato a carico di una persona non può essere metro di valutazione dell’utilità della caccia e della correttezza dei cacciatori». E poi il giudizio “persona-animale”: «Il gesto per quanto deprecabile e ingiustificabile se accaduto come evincibile dalle ricostruzioni giornalistiche è comunque avvenuto nei confronti di un animale e non di un essere umano e questa differenza non può essere dimenticata mai, poiché diversamente si perderebbe il senso della misura e dei valori».
Viezzi spiega poi che «ogni giorno decine di animali vengo uccisi sulle strade ma nessuno si sogna di proporre l’abolizione della circolazione veicolare, neppure quelli che speculando sulla vicenda cercano di delegittimare o criminalizzare il mondo venatorio». Secondo il presidente di Federcaccia Fvg, «l’emotività incontrollata troppo spesso condiziona la politica che risponde con provvedimenti demagogici come il recente regolamento della Giunta regionale per il benessere degli animali per i quali detta condizioni assurde per la conservazione (un recinto d’un cane deve avere misure tre volte quelle riconosciute a un detenuto)».
In conclusione, a nome di Federcaccia Fvg l’avvocato Viezzi si aspetta «che nella vicenda e nella rigorosa applicazione della legge (una delle tante assurde) colui che dovesse essere ritenuto responsabile d’aver lasciato incustodito l’animale, ovvero senza guinzaglio e museruola, venga sanzionato».
La replica dei proprietari. Irvin Lepic, uno dei proprietari di Adamas, ha postato questa risposta sulla pagina FaceBook del Messaggero Veneto: "Pregiatissimo avv. Viezzi, non penso che il cacciatore che ha ucciso Adamas abbia leso l'immagine di Federcaccia. Se la posizione dell'associazione è quella che ha espresso Lei, quel cacciatore dovrebbe ricevere da parte vostra una medaglia al valore.
Complimenti per l'umanità che ha dimostrato, ma anche e soprattutto (lo dico da laureato in giurisprudenza) per l'assoluto sprezzo per ogni coerenza logica e argomentativa. Se ci fosse un processo per l'uccisione dell'onestà intellettuale, contro di lei, credo che il mondo dell'Avvocatura dovrebbe costituirsi parte civile. P.s. Spero apprezzi l'ironia dell'intestazione"
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