Fondazione Tomadini, l’accusa di don Segatto: qualcosa qui “puzza”

Udine, il presidente scrive una dura lettera ai genitori degli allievi: «I nostri conti sono pubblici e on line. Possiamo vedere quelli dell’Unione Nuoto?»

UDINE. Quattro giorni per trovare una soluzione: la Fondazione Tomadini apre all’Unione Nuoto Friuli «o a coloro che hanno a cuore la causa della piscina», ma in una lettera di don Luciano Segatto non nasconde dubbi e perplessità: «In questa vicenda qualcosa “puzza”».

Caso piscina, l'ultimatum: "Subito 152 mila euro o si chiude"
Udine 14 Giugno 2017 piscina sfratto Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo


Da martedì 20 fino a venerdì 23 giugno saranno avviate le trattative per salvare l’impianto. A tentare la mediazione sarà anche il sindaco Furio Honsell che incontrerà i vertici del convitto di via Martignacco.

Il presidente, però, ribadisce: «Entro il 30 giugno dovrà essere saldato il debito di 152 mila euro e dovranno sparire le macchine dalla palestra perché non ho in mano alcun certificato di staticità della struttura. Se non sarà così chiuderemo al pubblico tutta quella parte dell’edificio».

«Ho saputo – aggiunge don Segatto – che l’Unione Nuoto Friuli avvierà una ristrutturazione societaria e che i genitori sono pronti a fare uno sforzo economico. Questa notizia mi rasserena.

Piscina del Tomadini: i genitori si autotassano
Udine 14 Giugno 2017 piscina sfratto Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

Non voglio sbattere fuori nessuno, ma prima voglio vedere i soldi. A luglio devo pagare i miei dipendenti: 60 mila euro e devo saldare i 56 mila di consumi energetici che l’Unf ci deve. Poi sono disposto con una accordo e a concedere una proroga di tre mesi nei pagamenti da luglio a settembre ai nuovi gestori della piscina».

Don Segatto ha anche scritto una lettera ai genitori puntando il dito sulla gestione Unf .

«Conosco alcuni genitori della Unf. Mi dispiacerebbe non incontrarli più nel parcheggio del Tomadini. Ammiro le tante associazioni, che utilizzano la piscina del Tomadini. L’impianto, per loro stessa ammissione, è simile ad una macchina d’epoca unica nel territorio: un usato sicuro.

Dal 19 Luglio del 1990, da quando sono stato nominato dall’arcivescovo Battisti presidente della Fondazione, non un solo centesimo è stato guadagnato su quel “maledetto” impianto. Tutto quanto è entrato stato reinvestito. Il Comune vuole comprare la piscina e gestirla sottraendola al privato? S’accomodi.

Sarebbe per me una liberazione. Non può farlo? Non lo vuole fare? Non conviene? Partecipi almeno, stante l’unicità dell’impianto in Friuli, non a parole ma con i fatti, prima delle prossime elezioni, alla conservazione e alla gestione per il bene di tutti. Regione e Provincia l’hanno già fatto in passato. Le leggi ci sono. Basta volerle applicare».

«Per chiarire meglio la situazione – scrive don Segatto –: se Casarsa è il vicepresidente, chi è il responsabile di fronte alla legge presso il quale si possa procedere per il recupero dei crediti qualora non si trovasse l’accordo? Dicono che in Italia il familismo sia deleterio nelle aziende.

E nelle associazioni? Il consuntivo 2016 della Fondazione Tomadini è pubblicato sul sito www.convittotomadini.it. Chiunque può leggerlo e spulciarlo. I libri contabili della Unione Nuoto Friuli sono visitabili? È tutto chiaro? Fuori la verità.

Si può sapere oppure è un segreto di Stato quanto sborsa l’Unione Nuoto a Campoformido per la piscina di villa Primavera? Tali soldi dovuti dall’Unione ai padroni della rinata piscina sono pagati con regolarità? Se sì, perché lì si paga e al Tomadini no?

Perché il Tomadini è dei preti? Siamo seri. Ce n’è uno solo. Per di più sfortunato. Sono io... Ma la legalità, l’onestà, la giustizia sono o non sono valori laici condivisi? Non scherziamo.

I mutui vanno onorati presso le banche. Le tasse vanno pagate, Iva compresa. Il Tomadini lo fa. Paga al Comune di Udine più di 40 mila euro di Imu. Di questi 12 mila per il corpo piscina-palestra. È un piacere pagare le tasse? No. È un dovere. Punto!

La sicurezza è un dogma, una cosa sacra. Il Tomadini ha 23 dipendenti sul libro paga. A contratto sindacale a trentasei ore settimanali. Nessun voucher! Hanno diritto a essere pagati oppure ogni mese li si invita a scrivere una letterina a Babbo Natale o a papa Francesco?

Quanto patetico è il moralismo. Il settimo comandamento non dice: “Non sfrattare”. Dice: “Non rubare”. E la mancanza di professionalità, se non è un peccato, è un disastro. Chiudo dicendo che in tutta questa vicenda qualcosa “spuzza”. Dio benedica tutti. Chi capisce, chi no e chi fa finta di non capire».
 

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