Una folla commossa ha detto addio al sorriso di Elia, morto a 37 anni: «Eri speciale»

Ad Azzano Decimo chiesa gremita per il funerale dell’uomo mancato all’improvviso una settimana fa. La sorella Amanda Bailot: stravedevo per te

I funerali ad Azzano Decimo (foto Brisotto/Petrussi)
I funerali ad Azzano Decimo (foto Brisotto/Petrussi)

Le voci e le chitarre, a rappresentare il suo amore per la musica, un cuscino di rose bianche e una chiesa affollata di persone, tra le quali tanti giovani, hanno accompagnato l’ultimo viaggio di Elia Bailot, morto a 37 anni, all’improvviso una settimana fa. Tutta la comunità di Azzano Decimo ha lasciato da parte lo scintillio delle feste per riversarsi nella chiesa arcipretale ed esprimere vicinanza e affetto ai genitori di Elia, Nadia ed Enore ,e alla sorella Amanda.

Le parole commosse di don Aldo Moras, rivolte in primo luogo ai familiari, non hanno nascosto la difficoltà «che anche un sacerdote incontra in certi momenti», ma hanno invocato con forza alla speranza, ripercorrendo i patimenti e allo stesso tempo la fiducia di Gesù, proprio prima della morte.

Al sacerdote i familiari hanno affidato il loro ricordo di Elia. E la gratitudine per il grande affetto riversato su chi resta. I genitori del giovane hanno espresso il loro grazie alla comunità e vogliono pensare «che ora tu sia in pace, con i nonni e con i tuoi amici, che come te non ci sono più».

Malore nel sonno, i genitori lo trovano morto nella sua camera da letto: Elia aveva 37 anni
Elia Bailot, residente ad Azzano Decimo, aveva 37 anni

Il ritratto della sorella Amanda è stato quello di un ragazzo dai tratti scherzosi, spericolati, a volte fastidiosi. «Ma io facevo tutto quello che mi dicevi di fare perché stravedevo per te e così è sempre stato». E poi la musica, giorno e notte, che seguiva lo stato d’animo di Elia. «Tu eri anche sensibile e fragile, ma questo non amavi mostrarlo – ha scritto Amanda –. Ho rovistato tra i tuoi appunti in questi giorni e ho trovato una frase che hai scritto e che credo ti rappresenti molto: “Nella vita faccio sempre in modo di sorridere, anche quando il mondo mi avvisa di non ridere”. Tu eri proprio speciale, lo sei stato per tutti noi».

I cugini hanno ricordato la sua vena di follia e il suo essere «un gran pensatore. Tu eri un folle e, sotto certi punti di vista, il più geniale di tutti noi. Ma anche i folli pensatori hanno i loro momenti di fragilità».

Il parroco ha evidenziato come i brani del Vangelo, che offrono risposte di speranza e fede rispetto alla morte improvvisa, li abbiano scelti proprio i familiari di Elia. «È andato avanti, a prepararci un posto - ha aggiunto don Aldo -. Noi sappiamo in forza della fede che questo posto è riservato a tutti noi. Elia era un ragazzo solare, sempre sorridente, ma anche consapevole della sua fragilità. Eppure non è mai venuto meno al suo essere cordiale, al fare con passione e con impegno ciò che amava».

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